Le class action di nuovo al centro del mirino. Alla norma approvata dal Senato il 15 novembre scorso sono state aggiunte delle novità sostanziali: corretta ed emendata dal relatore alla Finanziaria, Michele Ventura, e dal Governo, la nuova disciplina dovrebbe semplificare e colmare le numerose lacune del provvedimento sull'azione collettiva. Le modifiche apportate al disegno iniziale del Senato attenuano, per lo meno apparentemente, tutti quei dubbi circa la possibilità di prevedere una protezione effettiva a chi appartiene alla "classe", anche se siamo ancora lungi dal trovare una soluzione piena.

Come anticipato da Agenda Liberale lo scorso 3 dicembre, l'introduzione della class action, così come prevista inizialmente dal Senato correva il rischio di non portare nessun vantaggio concreto e di eliminare l'opportunità per il singolo cittadino di far valere i propri diritti di consumatore-utente, introducendo un nuovo strumento di contrattazione/ricatto nelle mani di un soggetto politico/sindacale che avrebbe arricchito il già numeroso mondo delle consociazioni che garantiscono un sereno immobilismo della nostra società.

In Italia i tempi estenuanti della giustizia civile, la tendenza verso il modello della concertazione nel rapporto produttori-consumatori, nonché la tutela di alcuni interessi attraverso il ricorso al giudice penale e la attribuzione alle sole associazioni di categoria del diritto/potere di ricorrere ad azioni collettive rendono difficile l'affermarsi di un modello sanzionatorio privato efficace.
Le novità introdotte il 7 dicembre scorso e riportate da "Il Sole 24-ore" sembrano tener conto di queste perplessità: iter semplificato e doppio accordo stragiudiziale per evitare l'intasamento dei tribunali; ammissibilità della domanda di risarcimento danni e legittimazione ad agire del rappresentante della classe stabilite da un giudice collegiale e non monocratico; sistema di opt-in per definire il numero dei partecipanti alla classe e consentire all'impresa di quantificare il danno; nessuna nullità dei contratti per pubblicità ingannevole né limiti od obblighi sul pagamento delle spese legali.
Anche se permangono i dubbi sollevati da Agenda Liberale, gli interventi recentemente apportati dal Governo sembrano voler effettivamente evitare l'intasamento dei Tribunali contenuta nel testo Manzone-Bordon e forse anche risolvere indirettamente il problema della retroattività o meno della norma, con l'intervento caso per caso del giudice filtro.
La class action è nata e si è sviluppata in un contesto molto diverso dal nostro e la strada per trovare da noi un corretto utilizzo di questo strumento è ancora ben lungi dall' essere trovata. La possibilità di ricorrere ai danni punitivi, spauracchio ormai noto anche nel nostro paese, affiancata alla possibilità di promuovere delle class actions, fanno in modo che ad oggi, solamente oltreoceano, la tutela del consumatore sia completa e realmente efficace.