Nessuna copertina

Ridefinire il liberalismo

Redefining Liberalism

Categoria/Category
Anno XXXIX, n. 173, 174, 175 gennaio-giugno 2004
Editore/Publisher
Centro Einaudi

Abstract

Questo articolo rappresenta un tentativo di trovare una definizione corretta del concetto stesso di liberalismo. Dopo aver esaminato le critiche al liberalismo avanzate da studiosi quali Horkheimer, Marcuse e Carl Schmitt, l’autore considera le analogie e le differenze fra diversi pensatori appartenenti alla tradizione liberale. Infine, viene affrontato il problema di una fondazione epistemologica del liberalismo. L’autore ritiene che il «razionalismo critico» di Karl Popper e Hans Albert non possa rappresentare una base solida per il pensiero liberale. Fra la «comunità scientifica» e la «comunità politica» non vi è coincidenza alcuna. Il «mondo dei valori», che costituisce l’oggetto principale della politica, non può trovare fondamento alcuno nella scienza. Come assai più promettente approccio filosofico al liberalismo, l’autore individua la cosiddetta «filosofia pratica», una tradizione di pensiero che risale ad Aristotele, e che è stata riscoperta solo di recente da filosofi quali Hannah Arendt e George Gadamer.

This article is an attempt to find a proper definition of the very concept of liberalism. After examining the critical theses on liberalism produced by such thinkers as Horkheimer, Marcuse and Carl Schmitt, the author considers the analogies and the differences between various thinkers of the liberal tradition and ends by considering the problem of an epistemological foundation of liberalism. The author believes that Karl Popper and Hans Albert’s ‘critical rationalism’ cannot represent a viable basis for liberal thought. There is no coincidence at all between the ‘scientific community’ and the ‘political community’. The ‘world of values’, which is the main object of politics, cannot have any foundation in science. As a more viable philosophical view for liberalism, the author considers the so-called ‘practical philosophy’, a tradition which originated with Aristotle, and which was only recently rediscovered by philosophers such as Hannah Arendt and George Gadamer.