Da ormai molto tempo non riusciamo a cambiare la nostra tesi: il rendimento delle obbligazioni (cedola su prezzo) è basso come non mai. Questa anomalia nel mondo del reddito fisso, che i più pensano si manterrà, spinge a comprare le azioni che rendono (dividendo su prezzo) altrettanto, oppure di più a seconda dei mercati. La nostra tesi si articola in tre punti.

1 - Siamo in una nuova combinazione per cui ci si sposta dalle attività ormai carissime (le obbligazioni) verso quelle molto care (le azioni). Questa combinazione favorevole alle azioni potrebbe essere messa in discussione se i rendimenti delle obbligazioni, con la fine della grande recessione, salissero, così tornando sulle medie storiche, che ruotano intorno al tre-quattro per cento. A quel punto le obbligazioni renderebbero più delle azioni. Queste ultime - per restare attraenti - dovrebbero mostrare una crescita robusta del dividendo, vale a dire dovrebbero mostrare, per reggere il confronto con le obbligazioni che sono tornate attraenti, una crescita robusta dei profitti, che però dopo anni di ripresa non dovrebbe essere un obiettivo facile da perseguire. Un ritorno verso i rendimenti storici delle obbligazioni non si intravvede, e dunque i mercati delle azioni continuano a salire. Il grafico sulla borsa e sul decennale degli Stati Uniti mostra bene il punto.

 

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2 - Si hanno due interpretazioni che militano a favore della continuazione della politica monetaria che contribuirà a tenere i tassi e rendimenti bassi, quella della “stagnazione secolare” e quella della “risposta inadeguata”. Sul punto: http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/4660-ifigenia-fra-bolle-e-stagnazione.html. Se le cose – come è probabile - andranno così, allora assisteremo alla formazione - o alla continuazione - di una “bolla” nel campo delle azioni. Dal momento che - sul punto: http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/4765-migranti,-terrorismo,-sommosse.html - né le migrazioni, né il terrorismo, né le rivolte possono farli deragliare, ossia dal momento che possono salire o scendere solo per dinamiche interne, se queste per ora non mostrano segni di capovolgimento - i tassi e i rendimenti che salgono, ecco che la tendenza maggiore - le azioni in acquisto per effetto dei tassi e dei rendimenti bassi potrebbe continuare. Sul punto: https://www.economist.com/blogs/buttonwood/2017/10/goldilocks-back. Il grafico sulla borsa statunitense che sale nonostante il margine lordo delle imprese sia piatto da anni, mostra bene il formarsi della “bolla”.

 

SPMOL
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3 - Un siffatto movimento non può durare, a meno di credere nell'esistenza del “moto perpetuo”. Perciò attenzione. Per chi ritiene che vi sia un rischio che è ancora ragionevole correre, allora, fra i mercati maggiori, quello dell'Unione Europea dovrebbe essere - in quanto meno caro di quello statunitense - più interessante. Sul punto: http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/4705-asset-allocation-maggio-2017.html; e http://www.linkiesta.it/it/article/2017/09/14/economia-e-riforme-il-boom-europeo-e-appena-cominciato/35486/, Così come potrebbero essere interessanti persino le obbligazioni dei Paesi emergenti – sul punto: http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/4758-il-paradosso-delle-obbligazioni.html.

 

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