Tutti pensano che la flessione degli utili correnti sia un fatto acquisito. In molti pensano che, dopo la forte caduta degli utili che si avrà a partire dall’ultimo trimestre del 2007 fino al secondo trimestre del 2008, con la fine della crisi del settore finanziario, gli utili si riprenderanno. La conclusione allora è quella che dice che si tratta di aspettare un semestre che tutto un pò alla volta torna al punto di partenza.

Bene, sembra che tutto funzioni con i malanni che vengono saggiamente curati dalla politica monetaria aggressiva. Dietro questo ragionamento, molto convincente, ci sono delle sottigliezze, che meritano di essere analizzate.

Secondo il dottor Samuel Johnson, il secondo matrimonio è la vittoria della speranza sull’esperienza. Non vorremmo trovarci in questa situazione in fondo imbarazzante, la speranza suonando come una cosa per ingenui, e quindi andiamo subito a guardare i numeri dei matrimoni precedenti. Abbiamo i dati dal 1870 per quel che riguarda gli Stati Uniti e dal 1970 per quel che riguarda l’Europa. Si prendono gli utili al netto dell’inflazione e li si dispone nel tempo. La banca dati è dell’economista Shiller ed i conti sono stati fatti dalla Morgan Stanley Research.

Si dispone la crescita degli utili sull’asse del tempo. Si ottiene una curva zigzagante (gli utili variano di anno in anno), ma con una inclinazione positiva (il trend degli utili è quello di una loro crescita in termini assoluti). Fin qui, tutto è noto. Balza agli occhi che, ogniqualvolta la curva degli utili puntuali si discosta molto dal suo trend, essa torna sul trend. E questo è meno noto. Se è molto sopra essa scende, se è molto sotto sale. Insomma, gli utili puntuali regrediscono verso la loro media calcolata su molti anni. Osserviamo i numeri più recenti degli utili. Negli Stati Uniti sono sopra la media del 92%. Nel 2000 erano sopra “appena” del 56%. In Europa sono sopra la media del 82%. Nel 2000 erano sopra “solo” del 38%.

Uno potrebbe essere ben nervoso, guardando questi numeri e ricordando il passato più recente. Attenzione, alle anomalie. Negli ultimi anni quasi la metà degli utili delle imprese che compongono lo Standard & Poor’s 500 si è formata nel settore finanziario e petrolifero. Settori che hanno goduto di una crescita straordinaria, grazie allo sviluppo del debito delle famiglie ed alla crescita del prezzo delle materie prime energetiche. Dobbiamo tener conto di questa anomalia, per capire come mai gli utili puntuali sono finiti così lontano dalla media. Fatta la premessa che vi sono delle componenti eccezionali di notevole peso, non di meno la storia dei matrimoni precedenti dice che oggi siamo nella stessa situazione in cui ci si è trovati nel passato. Ad un periodo con gli utili molto al di sopra della media, segue un periodo con gli utili che scendono verso la media. Per scendere verso la media debbono cadere.

Possono cadere, come dice la serie storica, ed anche risalire, come dicono molti analisti, ed entrambi possono avere ragione. Sembra proprio un paradosso, ma non lo è, se si presta attenzione alla differenza fra numeri percentuali ed assoluti. Gli utili siano pari a 100 euro al 30 settembre 2007. Cadono del 50% ed arrivano a 50 euro. Poi rimbalzano dal 1 luglio 2008 del 10%. Sono passati a 55 euro. Se sono a 55 euro, sono ben sotto i 100 euro. Gli utili assoluti sono diventati modesti, e la serie storica ha funzionato. Il dottor Johnson è contento. Anche chi previsto il loro rimbalzo dirà che è stato bravo, perchè essi sono cresciuti proprio del 10%.