I politici inglesi si sono lanciati in una gara molto divertente: chi sarà il più bravo a definire il capitalismo? Per il leader laburista Ed Miliband, il capitalismo è roba da predatori; per il leader liberaldemocratico Nick Clegg (che accidentalmente è anche azionista di minoranza di un governo con i Tory), il mercato è cosa buona giusta se è una questione che riguarda molti e non pochi e se il potere appartiene al popolo (!): su questa via è arrivato ad auspicare l’adozione di un’economia “à la John Lewis” (1), riferendosi alla catena di negozi inglese che di fatto è di proprietà dei suoi 76.500 dipendenti. E’ infine toccato al premier conservatore David Cameron, che dall’inizio dell’anno, ha già tenuto tre discorsi incentrati sul capitalismo: l’ultimo, giovedì, è stato il più significativo (2).

Il capitalismo sociale e compassionevole esiste nei progetti come la Big Society, ma ora Cameron chiede anche “more enterprise, competition and innovation”, cioè più capitalismo: secondo il premier, la crisi non è stata dettata dal capitalismo, ma dal fallimento dei governi, che non hanno saputo creare regole giuste e allo stesso tempo non hanno saputo valorizzare le virtù del mercato. No al “turbo-capitalismo”, sì al “popular-capitalismo”.

Secondo i commentatori, il beauty contest è stato vinto da Cameron, il più articolato, il più pragmatico. Soprattutto, Cameron guida il governo, quindi si può presumere che quel che dice sia poi in qualche modo calato nella realtà delle sue politiche. Perché il punto è questo: la superausterità adottata in tempi rapidi dal Regno Unito non sta dando grandi risultati, un po’ perché non era incentrata sulla crescita, un po’ perché i meccanismi virtuosi di questo tipo di politica non sono immediati.

Così ora tutti dicono che bisogna cambiare (3): i grandi elettori dell’austerità – Fmi, Banca mondiale, agenzie di rating – ora dicono che però ci vuole anche altro, che bisogna anche spendere, che bisogna anche stimolare. Cioè mettere in ordine i conti non è più prioritario? Chissà.

Il Regno Unito ha una fortuna: che Londra è la sua capitale, e a Londra quest’anno ci saranno le Olimpiadi e le feste per il Diamond Jubilee, i sessant’anni di regno di Elisabetta II. Investimenti e turismo, un manna per l’uomore degli inglesi. E, fiutata l’aria, Cameron si è persino riavvicinato al suo “nemico” Boris Johnson, sindaco di Londra, favorendo (4) il suo progetto folle ma ambizioso (un mega stimolo anti austerity): un aeroporto galleggiante sulla foce del Tamigi.

http://www.libdems.org.uk/latest_news_detail.aspx?title=Nick_Clegg%27s_City_speech_at_Mansion_House_speech_&pPK=3659d490-82ef-412c-80e6-6dd5240659e0

http://www.politics.co.uk/comment-analysis/2012/01/19/cameron-s-moral-capitalism-speech-in-full

http://www.newstatesman.com/blogs/the-staggers/2012/01/austerity-british-sector

http://www.thisislondon.co.uk/standard/article-24028786-prime-minister-interested-in-thames-estuary-airport-plan-says-boris.do