Uno potrebbe dire che la borsa oggi è meno cara di quanto non fosse sei mesi fa. L’indice Standard & Poor’s 500 era in ottobre sopra i 1.500 punti, mentre oggi è sotto i 1.400 punti. Ma. Il prezzo di una azione è il flusso degli utili scontato con un tasso appropriato. A parità di fattore di sconto. Se gli utili salgono molto ed il prezzo delle azioni sale poco, le azioni sono meno care.

Possiamo dire, in questo caso, che abbiamo una maggior quantità di utile per unità di prezzo. A parità di fattore di sconto. Se gli utili scendono molto ed il prezzo delle azioni invece scende poco, le azioni diventano più care. Possiamo dire, in questo secondo caso, che abbiamo una minor quantità di utile per unità di prezzo.
Il grafico mostra lo Standard & Poor’s diviso per gli utili degli ultimi dodici mesi. Ossia, gli utili in media mobile annuale. Al 31 dicembre 2007 la variazione dal 1 gennaio 2007, al 31 marzo 2007 la variazione dal 1 aprile 2007. In questo secondo caso, gli utili del primo trimestre 2008 sono quelli stimati, mentre quelli dei nove mesi precedenti sono quelli effettivi. Si vede che la borsa oggi è più cara. I rapporto capitalizzazione sugli utili aggregati è infatti pari a 21 volte contro le 19 volte di ottobre. I prezzi sono scesi di un 10%, mentre il rapporto prezzo utili è salito di un 10%. Ergo, gli utili sono scesi del 20%.

Gli utili potrebbero salire e quindi portare la borsa alle stesse valutazioni di sei mesi fa? Si tenga conto che anche Bernanke “non dice ma dice” che siamo in una recessione leggera, ed il Fondo Monetario prevede una crescita pari ad un misero 0,5% nel 2008 e nel 2009. Come possano gli utili statunitensi salire in questa congiuntura è un mistero. Proposta di spiegazione del mistero numero 1. Gli utili salgono, perché il resto del mondo continua a crescere ed il dollaro si indebolisce. Ossia, gli utili trainati dalle esportazioni. La quota estera degli utili delle aziende quotate è del 30%, quindi il dollaro dovrebbe svalutarsi del 30% circa per avere una crescita del 10%. Messo che questo sia vero, conviene aspettare che la svalutazione del dollaro si compia e poi comprare. Proposta di spiegazione del mistero numero 2. Scende ancora il fattore di sconto. Ossia, scendono i rendimenti delle obbligazioni. Ma se questi scendono ancora, essi sono già pari a zero se si tiene conto dell’inflazione, è perché si ha una recessione di una certa sostanza. E quindi scendono i rendimenti, ma cadono gli utili. Le spiegazioni del mistero, almeno quelle che a noi vengono in mente, non convincono.
 
  
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