Come facciamo a sapere ogni giorno che cosa il mercato azionario pensa intorno alle sue escursioni nel prossimo mese? Esiste uno strumento, ed è un indice, il VIX.
Questo indice – saltiamo tutti i passaggi tecnici – ci dice quanto il mercato pensa di salire o scendere nel mese successivo. Se del 3% o del 5%, per esempio. Ci dice quali sono le aspettative sullo Standard & Poor’s, ma, poiché questo indice guida la maggior parte degli altri, a noi sta bene.
 
Cerchiamo l’indice [http://finance.yahoo.com/q/bc?s=%5EVIX&t=1y&l=on&z=m&q=l&c=]. Segnaliamo l’argomentazione tecnica, che porta ai calcoli che faremo poi[http://en.wikipedia.org/wiki/VIX].

In breve, se il VIX vale 26, come oggi, allora le escursioni in alto e in basso del prossimo mese sono del 7,5% circa, con una probabilità del 66%. Basta dividere il valore dell’indice, 26, per 3,5 per sapere che il mercato si aspetta, con una buona ma non altissima probabilità, di salire del 7,5% o di scendere del 7,5%. Tutto qui – di nuovo, saltando il meccanismo tecnico.
 
Bene, che cosa possiamo dire guardando il VIX? I minimi sono crescenti, il valor minimo di febbraio è maggiore di quello di dicembre, che è maggiore di quello di ottobre, che è maggiore di quello di luglio, che è maggiore di quello di maggio. Insomma, quando il mercato nel tempo ha stimato la sua volatilità più bassa, l’ha stimata in maniera crescente. Non ha mai stimato una volatilità superiore a 30, ossia un’escursione mensile superiore all’8,5%.

In conclusione, a partire dall’estate scorsa il mercato pensa che la sua volatilità sia crescente. E questo è avvenuto anche nei periodi di salita. Insomma, ha stimato le salite come «non definitive». Se avesse pensato a una salita «sicura», avrebbe ridotto i margini di oscillazione, proprio come avvenuto negli ultimi anni fino a gennaio 2007.