Sono usate espressioni come “bamboccioni” per stigmatizzare il comportamento dei giovani che vivono pigramente con i genitori, così come si inorridisce per l'eccessiva disoccupazione dei giovani medesimi. Più in generale, si denuncia una crisi profonda – nell'economia e nei valori - da cui non si capisce come uscirne. Esiste una lettura alternativa - non “di lagna” ma analitica - di queste vicende?

Secondo Luca Ricolfi (L'enigma della crescita, Mondadori, 2014) si ha uno stock di ricchezza delle famiglie che consente a un numero significativo di giovani di avere degli orizzonti lunghi. Con questa espressione si intende che alcuni non hanno necessità immediata di lavorare per vivere. L'implicazione è che si possono scegliere i lavori. Ossia, si può anche restare disoccupati - perché tanto si hanno i mezzi – per dei periodi lunghi, finché non si trova il lavoro che si desidera. Certi servizi si debbono però avere lo stesso. Quelli meno attraenti sono offerti dagli immigrati. Perciò si ha una piramide che al vertice ha le famiglie benestanti con annessi i “bamboccioni”, che studiano, vanno lavorare tardi, e che, in ogni modo, vivono molto a lungo. I “bamboccioni” benestanti, se sono disoccupati, lo sono quindi da “volontari”. In mezzo si hanno quelli che, venendo da famiglie non benestanti, non possono scegliere con calma il lavoro che preferiscono, e dunque, se non lavorano, sono dei disoccupati “involontari”. Alla base si hanno gli immigrati. I quali ultimi, non hanno diritto di voto. Un ritorno alla società “signorile”, ma questa volta, e a differenza del passato, essa è “di massa”.

Thomas Piketty (Le Capital au XXI siècle, Edition du Seuil, 2013) fornisce i numeri. Per la Francia si hanno serie statistiche lunghe e attendibili. Per gli altri Paesi europei i numeri sono simili. Quindi il ragionamento tiene per l'Europa. Si calcola quanta parte di ogni generazione riceva un flusso ereditario (la punta della piramide) che sia equivalente al reddito di tutta una vita del 50% meno remunerato della popolazione (la base della piramide). Per esempio, se l'eredità è di 750 mila euro, essa equivale a cinquanta anni di lavoro del 50% meno remunerato, il cui reddito è intorno ai 15 mila euro l'anno. Come si vede, si ha, grazie alla ricchezza cumulata negli ultimi decenni da un numero crescente di famiglie, un numero sempre maggiore di persone che eredita l'equivalente di 50 anni di lavoro di chi nasce senza ereditare nulla. Ecco in forma grafica i numeri della “società signorile di massa”.

Piketty 1
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