Abbiamo in Italia in campo bancario quattro opposizioni: Locale verso Globale (la vicenda di Unicredit), Poteri Locali verso Mercati (la vicenda delle Fondazioni), Responsabilità Privata verso Responsabilità Pubblica (la vicenda del Monte Paschi), Banche “fisiche” verso banche “virtuali” (tutte le banche). Come andrà a finire?

1- Locale versus Globale

Unicredit che vende Pioneer – un'impresa italiana di gestione del risparmio di buone dimensioni controllata dalla succitata banca - ad Amundi – un'impresa francese che era già un gigante nella gestione del risparmio ha una doppia chiave di lettura. Contribuisce a migliorare il bilancio di Unicredit insieme all'aumento del capitale ed alla cessione dei crediti di difficile riscossione, ma allo stesso tempo è un segnale di come in Italia sembri prevalere la distribuzione (la rete commerciale) piuttosto che la produzione di attività finanziarie (la fabbrica). In sostanza, nel Bel Paese prevale la raccolta del risparmio – un'attività che possiamo definire “tellurica” - sulla gestione dello stesso – un'attività che possiamo definire “globale”. Che siano i francesi ad acquisire non meraviglia, è un fenomeno in corso da molto tempo in Italia, nel campo bancario, della grande distribuzione, e delle infrastrutture.

Si può discutere a lungo se il “vero” controllo del risparmio si abbia attraverso le reti di distribuzione che per definizione sono locali, piuttosto che con la gestione che per sua natura (di attività “astratta”) può essere spostata ovunque (per “ovunque” si intende solo nei grandi centri finanziari).

2 – Excursus: il mondo della “sovranità perduta”

In passato (1) si aveva un'economia chiusa all'interno che esportava. In passato, le infrastrutture - telefonia, acciaio, autostrade, voli arei, finanziamenti a lungo termine erano offerte dallo stato attraverso l'IRI. Era il lascito “dirigista” del Ventennio, o, se si preferisce, della svolta statalista ai tempi della grande crisi degli anni Trenta. In breve, lo stato offriva i “beni base”, quelli che servano a produrre i beni finali.

Un modo di vedere le cose è questo. I pisani aprivano gli alberghi e le pizzerie per i turisti, che arrivavano con Alitalia o con Autostrade. Altri dirigevano le proprie imprese che ricevevano l'acciaio dall'Italsider. Altri ancora si finanziavano presso l'IMI. Infine, tutti potevano telefonare grazie alla SIP (in origine Società Idroelettrica Piemontese e qui si apre il capitolo della nazionalizzazione dell'energia elettrica). Fuori dal campo delle infrastrutture, perché l'IRI si era allargata nel secondo dopoguerra, i ristoratori potevano comprare i pomodori dalla SME ed offrire i cioccolatini sempre della SME (in origine Società Meridionale Elettrica, di nuovo come il caso SIP). Per poi non dire di Mediobanca, impresa controllata dalle Banche di Interesse Nazionale (BIN), controllate dall'IRI da prima della Seconda Guerra, ma di fatto autonoma. Il mercato primario – quello dove le imprese si approvvigionano di obbligazioni ed azioni – passava quasi tutto attraverso Mediobanca, che, in questo modo, governava il sistema privato (2). Mediobanca collocava i titoli presso il pubblico attraverso gli sportelli delle BIN. Nel sistema le Assicurazioni Generali dovevano essere “tenute fuori”. La potenza di fuoco di Generali era, infatti, tale che avrebbe potuto alterarne gli equilibri comprando partecipazioni. Le Generali erano una specie di “grande Berta” che non doveva mai sparare.

Questo era il mondo della “sovranità”. Un mondo molto statalizzato. In questo mondo già molto statalizzato fu costruito negli anni Sessanta e Settanta lo “stato sociale” - ossia la sanità, la scuola e le pensioni – con le entrate che erano inferiori alle uscite. Da qui trae origine il gran debito pubblico. Agli inizi degli anni Novanta si aveva così un'economia statalizzata con un gran debito pubblico. Da allora fino ad oggi abbiamo assistito ai sussulti di questo mondo.

3 – Fondazioni versus Mercato, Bail-in versus Bail-out, Virtuale versus Fisico

Il sistema bancario pubblico è stato - dagli anni Novanta - privatizzato, e ciò è avvenuto facendolo ruotare intorno alle Fondazioni. Si ha chi sostiene che doveva essere privatizzato in toto - ossia le Fondazioni che vendevano le partecipazioni di controllo al mercato, e chi sostiene che questa non era necessariamente la soluzione migliore (3). Un argomento controverso, come quello succitato della prevalenza della distribuzione sulla gestione. Argomento che ultimamente è passato nel dimenticatoio da quanto è sorto il problema dei crediti di difficile riscossione.

Come far ripartire alcune banche? Esse possono essere tirate fuori dai guai in due modi: con il bail-out, quindi con l’intervento pubblico (che è diventata - per accordo fra Stati - l'extrema ratio), oppure con il bail-in (che è diventata - sempre per accordo fra Stati - quella normale), quindi con l’intervento da parte degli azionisti e degli obbligazionisti meno protetti (quelli detti subordinati). I primi dovrebbero sottoscrivere gli aumenti del capitale per non vedere diluita la propria quota di controllo, i secondi potrebbero trovarsi con le obbligazioni che perdono di valore, se l'aumento del capitale andasse a vuoto. Il bail-out, invece, scarica sui contribuenti, che sono molte decine di milioni, il costo del salvataggio, con ciò occultandone il costo. La vicenda del Monte dei Paschi è questa: se non fosse possibile il bail-in, la soluzione sarebbe in extremis quella del bail-out.

Quale che sia la soluzione che emergerà resta il problema che le banche sono sovradimensionate, ossia hanno un eccesso di presenza territoriale attraverso gli sportelli. L'evoluzione del sistema finanziario e creditizio (come di molti altri settori) verso l'informatica riduce e di molto la necessità di avere una rete di distribuzione “fisica”. Il “virtuale” schiaccia il “fisico”.

4 - Conclusioni

Abbiamo provato a definire le quattro opposizioni: Locale verso Globale, Poteri Locali verso Mercati, Responsabilità Privata verso Responsabilità Pubblica, Banche Fisiche verso Banche Virtuali. Tentiamo ora una previsione sulle banche italiane. Il Locale prevarrà sul Globale, ossia le Reti saranno preferite alla Gestione, le Fondazioni, se solide, rimarranno in piedi, e, infine, tutti procederanno a “virtualizzare” il sistema. Dove la nostra previsione tentenna è sulla terza opposizione, sul bail-in di alcune banche. Si riuscirà a condurlo in porto?

(1) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/3586-la-sovranit%C3%A0-perduta.html.

(2) http://www.centroeinaudi.it/agenda-liberale/articoli/4269-mediobanca-senza-il-%E2%80%9Csistema-mediobanca%E2%80%9D.html.

(3) http://www.centroeinaudi.it/le-voci-del-centro/send/2-le-voci-del-centro/444-22-luglio-2013-linkiesta-it.html.