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Il mondo secondo Bush / La sfida previdenziale

The World According to Bush / The Social Security Challenge

Categoria/Category
Anno XL, n. 179, aprile-giugno 2005
Editore/Publisher
Guerini e Associati

Abstract

In America, pure alle prese con il problema dell'invecchiamento della popolazione, la proposta di parziale «privatizzazione» della previdenza pubblica avanzata da Bush è giudicata particolarmente ostica all'elettorato. Lo slogan della trasformazione dei «diritti previdenziali in diritti proprietari» appare basato su un’impostazione più ideologica che economica. Secondo gli oppositori della ricetta Bush, un «piccolo» aumento dei contributi, un «modesto» taglio delle prestazioni, un accettabile aumento dell’età normale di pensionamento sono aggiustamenti che potrebbero raggiungere lo scopo. Per l'autrice, si tratta di una soluzione ragionevole e praticabile. Anche una parziale privatizzazione potrebbe essere pacatamente difesa: avrebbe il pregio di diversificare la ricchezza pensionistica e il difetto, ove nel (lungo) periodo di transizione si destini alla capitalizzazione una parte dei contributi che nel vecchio regime andavano alla ripartizione, di rendere necessaria una compensazione (qualche altra forma di prelievo o di indebitamento) per questo minore gettito. Chi ha avanzato un’analoga proposta per l’Italia (un opting out dal sistema pubblico parziale e limitato ai giovani), dove la situazione resta ben più urgente, ha posto in evidenza queste due facce della medaglia.

In America, a country trying to tackle the problem of the ageing of the population, Bush’s proposal to partially ‘privatise’ social security is viewed as being particularly unpleasant for the electorate. The basis for the slogan ‘insurance rights into proprietary rights’ would appear to be more ideological than economic. According to opponents of the Bush recipe, a ‘small’ increase in contributions, a ‘modest’ cut in services and an acceptable increase in the normal pension age are adjustments that could achieve the goal. According to the author, this is a reasonable and workable solution. Even partial privatisation could be easily defended: its merit would be that it would diversify pension wealth; whereas, if, in the (long) transition period, a part of the contributions that were shared out in the old system were to be allocated for capitalization, its defect would be that this lower yield would demand some form of compensation (a levy or indebtedness). Proponents of an analogous proposal for Italy (an ‘opting out’ from the partial public system open to young people only), where the situation is much more urgent, have highlighted these two sides of the coin.