Il tasso interbancario cinese – il tasso che le banche praticano per prestarsi il denaro - da un anno in qua – ossia fino a giugno 2013 – navigava intorno al 3%. Poi è esploso, arrivando la scorsa settimana a fermarsi intorno al 10%. Un salto “mostruoso”.

La Banca Centrale cinese interverrà in soccorso, prestando denaro alle banche, che non si fidano l'una dell'altra, oppure osserverà, per effetto dei tassi più che triplicati, la fine dell'espansione del credito, che viaggia intorno ad una crescita del venti per cento l'anno? Nel caso osservasse senza intervenire, come per ora sembra che faccia, allora potremmo avere una crisi in Cina, crisi che si ripercuoterebbe sul resto del mondo, con ciò frenando la fine della politica monetaria ultra espansiva negli Stati Uniti, che potrebbe continuare.

Ma come siamo giunti alla crisi? Una premessa. Gli esborsi finanziari sono il combinato del pagamento degli interessi e del debito in scadenza (debt servicing ratio = DSR). Per avere una misura di quanto pesino gli oneri finanziari, si mette in rapporto il DSR con il PIL. Il numero varia, ma ruota intorno al 20% nel Paesi sviluppati. Quando supera questa soglia e si avvicina al 25%, diventa pericoloso, nel senso che può alimentare una crisi bancaria. La crisi bancaria può essere alimentata, perché se il 25% del PIL va a pagare gli interessi e il capitale in scadenza, allora le imprese possono non essere il grado di onorare i propri costi finanziari, e perciò si può facilmente scivolare in un mare di insolvenze. Il mare di insolvenze riduce il credito, e dunque alimenta la crisi, a meno che le banche non siano ricapitalizzate.

Passiamo alla Cina. I debiti espliciti verso le banche e quelli meno espliciti che sono nella pancia dei veicoli che finanziano gli enti locali (Local Government Financial Vehicles = LGFV) sono all'incirca pari al 145% del PIL. Il tasso di interesse medio è dell'otto per cento circa e la scadenza del debito è di sei anni circa. Facendo i conti, il DSR della Cina è appena inferiore al 30% del PIL.

Un numero “mostruoso”, ma forse persino inferiore a quello vero. Il dubbio viene osservando quanto sono bassi nella contabilità delle banche cinesi i crediti la cui riscossione è incerta (i non performing loans). Dal dubbio al sospetto il passo è breve. Il sospetto è che molti debiti la cui riscossione è incerta siano facilmente rinnovati alla scadenza (roll over). Se le cose fossero messe in questo modo, allora il DSR registrerebbe un numero inferiore di rimborsi del capitale e dunque sarebbe più basso. Vale a dire, con le dovute correzioni, sarebbe più alto, e perciò persino superiore al 30% del PIL.