Da tempo abbiamo esposto l'idea che eravamo giunti al limite: i rendimenti delle obbligazioni dei Tesori sono bassi in rapporto ai fondamentali, mentre i prezzi delle azioni sono, sempre in rapporto ai fondamentali, agli stessi livelli del 2000 e del 2007.

 

 

 

1- Più precisamente:

La differenza rispetto al 2000 e al 2007 alberga qui: le azioni sono altrettanto care, ma le obbligazioni allora rendevano molto di più, per esempio il titolo decennale tedesco rendeva il quattro per cento, mentre oggi rende meno dell'uno per cento. Il buon rendimento delle obbligazioni in passato consentiva un bilanciamento del rischio azionario.

Oggi siamo in una situazione precaria. I mercati finanziari sono “al limite”, ma non si vede come si possa ricreare una situazione di equilibrio senza avere delle scosse. L'equilibrio richiederebbe, infatti, dei rendimenti delle obbligazioni maggiori (dei prezzi minori), e dei prezzi delle azioni meno tirati. In questo contesto le obbligazioni a lungo termine sono rischiose, e le azioni che non distribuiscono un dividendo elevato e stabile altrettanto.

2- Quando i mercati sono al limite, ogni "scusa" per vendere diventa buona. Figurarsi se la scusa ha come sostanza il rallentamento della crescita in Cina:

Il PIL cinese ufficialmente cresce intorno al sette per cento e potrebbe scendere al cinque per  cento - comunque un “gran numero”, ma la produzione di energia elettrica - e quindi il consumo immediato, non essendoci il magazzino di energia elettrica - cresce solo del due per cento. Il dubbio che la Cina cresca “come l'energia elettrica” viene alimentato dalla forte caduta dei prezzi delle materie prime. Una caduta che probabilmente anticipa la flessione attesa della domanda. La svalutazione dello Yuan – una svalutazione che però non recupera la sua rivalutazione degli ultimi anni – può esser perciò vista come un segnale che la Cina sta rallentando, e che cerca di accrescere le esportazioni con un cambio meno forte.

Il rallentamento della Cina ha impatto sia sui produttori di materie prime sia sulle importazioni di beni industriali. Il che spiega il mal andamento dei Paesi Emergenti – le cui azioni sono tornate ai minimi del 2011 - e le vendite de titoli industriali tedeschi.

3- Conclusione:

Siamo in una fase di turbolenza con le azioni che possono flettere ancora, seppur con qualche ondata al rialzo, e con le obbligazioni che sono comprate “come rifugio”, anche se molto care.

4- Approfondimenti e grafici:

http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/4170-il-punto-sui-mercati.html

http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/4151-asset-allocation-giugno-2015.html

http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/4132-asset-allocation-maggio-2015.html

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