La discesa del prezzo del petrolio e delle materie prime in generale ha provocato una secca riduzione delle aspettative di utili delle società appartenenti a questi settori. Considerando solo le società legate alla estrazione, produzione e raffinazione dei prodotti petroliferi e affini (Oil Producers) la discesa del reddito potenziale è stata dell’ordine di circa 150 miliardi dollari, valore praticamente dimezzato rispetto alle aspettative di fine 2014.

All’opposto le società che maggiormente possono beneficiare dalla discesa dei beni petroliferi (Oil Beneficiaries comprendente il settore dei beni discrezionali e dei trasporti) hanno registrato nello stesso periodo un  miglioramento degli utili attesi di appena 9 miliardi di dollari. Verrebbe da pensare che il peso specifico degli Oil Beneficiaries sia modesto all’interno delle Borse mondiali rispetto al peso degli Oil Producers. Non è così. Anche considerando solo una parte delle società che possono beneficiare della discesa del prezzo del petrolio troviamo valori diversi.

Infatti in termini di peso sul valore delle Borse mondiali gli Oil Producers rappresentano meno del 7% mentre gli Oil Beneficiaries valgono almeno il doppio. Se considerassimo tutto il settore industriale e non solo i trasporti arriveremo ad oltre il 20% come peso degli Oil Beneficiaries. Si potrebbe obiettare che l’impatto del calo del petrolio per gli Oil Producers è direttamente sui ricavi mentre per gli Oil Beneficiaries è sui costi, essendo questi ultimi dimensionalmente inferiori e quindi con un effetto leva sugli utili non paragonabile all’impatto sugli utili degli Oil Producers. 

Anche al netto di questa significativa differenza appare evidente che comunque manca un pezzo importante del dividendo da barile che, considerando sia la dimensione più che doppia del settore degli Oil Beneficiaries rispetto agli Oil Producers e pur tenendo conto del differente effetto sui costi rispetto ai ricavi, sembra dovere rappresentare una quota di utili decisamente significativa non ancora incorporata nelle stime e che, inoltre, non considera l’impatto della discesa delle altre materie prime.

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