La produzione industriale dell’Eurozona ha segnalato una forte discesa nel quarto trimestre del 2018, oltre il 4%. Era da novembre del 2012 che non si registrava una contrazione così marcata. Le stime non erano certo rosee, ma non si immaginava una debolezza di queste dimensioni. Se si esclude aprile 2009, quando il crollo annuale superò il 20%, non sono stati molto numerosi i fenomeni negativi di questa portata.

Bisogna andare indietro fino a dicembre 2001 per trovare un altro -4% e fino alla primavera del 1993 per trovare un valore ancora peggiore, -7% (grafico 1). Nella discesa recente non si è salvato nessun settore: beni durevoli, non durevoli, semilavorati, impiantistica e risorse energetiche si sono prima fermati ad ottobre per poi scivolare a novembre e dicembre (grafico 2).

Una doccia fredda le cui origini possono e devono essere ricercate in ragioni interne ed esterne.

La stretta interdipendenza dell’industria manifatturiera europea e il ruolo trainante della Germania comportano un effetto volano e a cascata che diventa particolarmente evidente nei momenti di debolezza e che va ben oltre le singole sensibilità delle nazioni europee alle fortune del drago orientale. A quest'ultima componente indotta dalla interdipendenza dell’industria europea potremmo attribuire almeno un altro terzo della discesa. La parte restante della caduta, tutt’altro che trascurabile, è imputabile alle ragioni interne che la Corte dei Conti ha ampiamente evidenziato e che richiede una netta inversione di tendenza.

(*)http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Corte-dei-Conti-saranno-anni-difficili-per-i-conti-pubblici-crinale-stretto-per-il-Paese-943dc006-74db-46e3-9335-b458f76640f2.html

produzione in europea 1
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produzione in europea 2
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produzione in europea 3
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