In queste settimane turbolente conviene guardare l’esperienza storica. L’idea retrostante il ragionamento è quella che dice che conosciamo abbastanza male la storia, ma certamente ignoriamo il futuro. Forse allora è utile analizzare il passato. 

Quali sono stati i rendimenti medi annui composti al netto dell’inflazione (dei costi di gestione e delle imposte) dei mercati azionari negli ultimi cento e passa anni ?

 




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Dal 1900 al 2005 essi sono stati nel mondo pari al 5,75%. Un numero enorme. Si tenga conto che le economie sono cresciute della metà. Da numeri come questi trae origine l’idea che i mercati azionari “pagano sempre”. Ogni flessione, secondo i laudatores dell’investimento in azioni, è quindi un’occasione per comperare. I numeri sono, secondo loro, pronti a dimostrarlo.


Le azioni hanno reso molto in termini assoluti e molto anche in termini relativi, più dei titoli del tesoro a breve termine (i BOT). La seconda tabella mostra il rendimento annuo composto delle azioni di ciascun paese meno il rendimento annuo composto dei titoli del tesoro a breve termine dello stesso paese, nello stesso periodo, lungo un secolo.
 

 

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Dal 1900 al 2005 il rendimento delle azioni in Italia è stato di molto superiore a quello dei BOT. La ragione è semplice, le grandi inflazioni seguite alla prima e seconda guerra mondiale e l’inflazione degli anni ottanta hanno annichilito il valore dei BOT e quindi le azioni, che reagiscono meglio all’inflazione perché le imprese possono alzare i prezzi, in oltre un secolo, sono andate meglio. Per la Germania sono stati omessi gli anni peggiori di Weimar (1921-1922).

In conclusione, nulla dell’esperienza storica smentisce la superiorità delle azioni.


Si, ma. Le azioni sono salite sempre … ma alla lunga.


In molti dei sottoperiodi in cui possiamo dividere l’ultimo secolo i risultati sono stati negativi o molto negativi. La terza tabella spacca il secolo passato in sottoperiodi significativi. La prima guerra mondiale, la grande recessioni degli anni trenta e la seconda guerra mondiale e lo shock petrolifero degli anni settanta sono stati i periodi peggiori. Il secondo dopoguerra e gli anni ottanta sono stati i periodi migliori.
 

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In conclusione, l’esperienza storica dice che le azioni alla fine sono andate meglio del reddito fisso, ma dice anche che possono andare male per molto tempo. L’idea che basti comperare ed aspettare per poco tempo per guadagnare molto non ha riscontro nelle statistiche, quelle fatte bene (E. Dimson, P. Marsch, M. Staunton, The Worlwide Equity Premium: A Smaller Puzzle, London Business School, April 2006).