Oggi le azioni statunitensi sono rimbalzate del 2,5% sulla scia dei (minor peggiori) risultati di Wells Fargo, una banca, che ha perso nel semestre del 2008 il 23% in meno rispetto al secondo semestre del 2007. Ha peso, ma meno, ed ha alzato il dividendo. Questo fatto inatteso ha spinto al rimbalzo tutti i titoli finanziari, che, se misurati con l’indice KBW, sono saliti del 17%.



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La flessione del prezzo del petrolio ha aiutato i titoli non bancari. La flessione attesa degli utili delle imprese quotate del secondo trimestre del 2008 sul secondo del 2007 è nell’ordine del 15%. I dati finora usciti, relativi a circa il 5% delle società, mostrano una flessione del 1%. (Nella tabella, alcuni dati usciti successivamente.)


Tutto bene. Non è detto, intanto questo rimbalzo arriva dopo forti flessioni, poi i risultati sul fronte dell’inflazione sono stati cattivi, ed infine un avvertimento.


Nell’ultimo trimestre del 2000 e nei primi giorni del 2001, dopo che erano disastrosamente crollati, i prezzi delle imprese tecnologiche, registrarono in alcuni giorni dei rimbalzi impressionanti, una volta del 7%, un'altra del 20%. Variazioni che oggi non sono nemmeno pensabili, ma che allora si registravano. Tra le altre cose, i prezzi caddero al punto che la capitalizzazione delle imprese tecnologiche divenne eguale al loro fatturato corrente capitalizzato per il rendimento dei titoli di stato, un rapporto numerico che, storicamente, guidava, come indicatore fondamentale, la quotazione del Nasdaq. Sembrava che la correzione fosse finita, ed invece andò avanti. Dal 2002 iniziarono a cadere anche i titoli delle imprese non tecnologiche.
 


Chi ha vissuto quei tempi è come se fosse stato vaccinato per sempre dalle illusioni che dei risultati meno peggiori sono la luce alla fine del tunnel. Ma l’esperienza insegna anche che l’esperienza non sempre serve (*), anzi essa può persino essere una cattiva consigliera. Nonostante questo, per ora, pensiamo che sia il caso di restare molto freddi sul decorso della crisi.
 


(*) Il tacchino si aspettava di essere mangiato ma questo non accadeva. Passa il tempo ed il tacchino si convince che gli umani gli vogliono bene. Il tempo in cui veniva generosamente ingozzato era l’esperienza su cui si basava per fare le sue le previsioni, poi un giorno alla vigilia di natale … Il ragionamento del pennuto ha un nome in filosofia: “paradosso dell’induzione”.