Nella prima nota uscita a luglio (1) avevamo cercato di mettere a fuoco i numeri e la razionalità economica del comportamento dei migranti. La conclusione era che i numeri non sono così drammatici come emerge da una copertura mediatica superficiale, con la razionalità economica che è evidente a livello del migrante individuale, mentre lo è meno al livello della massa numerosa. Dallo scorso luglio la lotta politica intorno alla questione è continuata sempre più aspra, perciò torniamo sull'argomento.

Ultimamente è emersa l'idea – diversa da quella dell'accoglierli tutti, e dal suo opposto di non volerne alcuno - di aiutare i migranti a casa loro - si parla sempre di africani, mentre la maggioranza dei migranti che vive in Italia viene dall'Est Europa, ma questi ultimi non sono - per ragioni facili da immaginare - oggetto di dibattito. Perché aiutarli a casa loro? Perché sono troppi per poterli assorbire facilmente. Dunque che arrivino, ma in un numero tale che li possa assorbire senza traumi.

I Paesi da cui partono i migranti sono - in misura diversa - affetti da miseria economica e da regimi politici oppressivi. Inoltre sono Paesi che hanno un tasso di crescita della popolazione piuttosto elevato. Come fare per aiutarli a casa loro? Ed ecco la seconda nota sull'argomento, ispirata nella prima parte da un libro scritto da un neo-con quindici anni fa (2). Gli autori analizzati nel VII capitolo sono Thomas Hobbes e Thomas Malthus.

Le argomentazioni dei due si prestano come poche al “parlare a nuora perché suocera intenda”. Con Hobbes si mostra che l'”ordine” viene prima della “democrazia” (nuora), e dunque, nel nostro caso, che l'aiutare gli africani a casa loro non implica necessariamente che debba esserci in partenza una democrazia (suocera). Con Malthus, si mostra che la crescita economica porta ad una esplosione demografica, che poi è difficile da governare (nuora), e dunque, nel nostro caso, che la demografia esplosiva dei Paesi africani continuerà (suocera).

Lo “stato di natura” hobbesiano è quello in cui tutti sono contro tutti – la denominazione pop è homo homini lupus. La paura massima degli umani è la propria morte violenta. Ergo, gli umani, timorosi della morte violenta ad ogni piè sospinto, possono - spinti da necessità – scegliere di sottoporsi a un Governo – la cui denominazione pop è Leviatano. Quest'ultimo ha il monopolio della forza ed è perciò il solo che può punire, e dunque stabilire, attraverso l'applicazione della legge, che cosa è bene e che cosa è male. La libertà arriva quando si è stabilito un ordine al posto dell'arbitrio. Stabilito l'ordine, finalmente si procede alla separazione dei poteri. I Paesi da cui arrivano le ondate migratorie – dall'Africa sahariana e sub sahariana - ed il trattamento dei migranti quando sono bloccati prima di arrivare in Europa – come nei campi in Libia - è ancora quello dello “stato di natura”. Quando si afferma di volerli aiutare a casa loro si intende cercare l'ordine, già ma come?

L'idea centrale di Malthus è che la popolazione cresca a un saggio maggiore di quello dell'economia. Secoli fa alcuni economisti pensavano che la fertilità delle terre fosse decrescente e di conseguenza si sarebbe arrivati a un limite oltre il quale non si aveva modo di alimentare con decenza una popolazione crescente (Malthus appunto). Potevano certamente aprirsi nuovi mercati (come notava Ricardo), ma alla fine, aperti tutti i mercati, si sarebbe visto che la terra disponibile sul nostro pianeta è fissa. Il limite alla crescita della popolazione come nelle prime previsioni si è molto spostato nel tempo, man mano che si sono trovati i modi per rendere le terre più fertili, grazie ai trattori e ai fertilizzanti. La ricerca di un limite naturale alla crescita – ieri le terre fertili - è stata sostituita negli ultimi tempi – per convinzione o per ricerca dell'Apocalisse - dall'inquinamento che rende invivibile il pianeta. Nel caso dei Paesi africani poveri – a differenza di quanto accadde a quelli occidentali - la crescita della popolazione è ben sopra la crescita dell'economia, ciò che, in assenza di uno stato ed in presenza di organizzazioni tribali, genera guerre continue, che spingono la popolazione a fuggire. Quando si afferma di volerli aiutare a casa loro si intende che debbano frenare la crescita demografica, già ma come?

Giriamo l'argomentazione, e diamo soddisfazione sia a Hobbes sia a Malthus. In Africa si forma un ordine o per dinamiche interne o perché è esportato. Come che sia, si palesa un Leviatano. La popolazione cresce a saggio vicino a quello dell'economia e dunque non si ha più una fame devastante. Le tensioni dunque s'allentano, mentre l'economia africana cresce, elevando così il reddito pro capite.  Bene, finiscono così le ondate migratorie? No, perché la crescita del reddito degli africani da dei livelli minimi in attesa di un reddito elevato che si avrà solo e forse nel lontano futuro, dovrebbe spingere molti di loro – grazie ai maggiori mezzi – a cercare fortuna emigrando (3).

 

1 - http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/commenti/4734-ondate-migratorie.html

2 – Robert D. Kaplan, Warrior Politics – Why Leadership Demands a Pagan Ethic, Random House, 2002.

3 - http://bruegel.org/2017/05/how-the-g20-should-change-its-approach-to-migration-and-development-in-africa/