Avvicinandosi le elezioni del 2018 si avranno dei dibattiti polemici. Di seguito trovate dei numeri sul debito pubblico, dei numeri sulla disoccupazione giovanile, e infine, dei numeri sulla redistribuzione del reddito.

 

 

1 - Le polemiche sul debito

Si prende il debito lordo e lo si divide per il PIL. Il rapporto che ne scaturisce è intorno al 130%, il più alto dopo quello greco. Da qui il dubbio che, caso di una crisi politica in seguito alla quale non si formi una maggioranza che governi davvero, ci possa essere l'apocalisse. Questo è un modo sbagliato di procedere – si intende dal punto di vista analitico non da quello mediatico, quando si voglia mostrare l'apocalisse. Quello corretto prende solo il debito in scadenza, cui aggiunge il nuovo debito (ossia il deficit dell'anno). Questo è il debito che va sottoscritto crisi politiche o non. Facendo i conti, si vede che l'Italia è messa peggio solo della Germania.

 

 

1

2

3

1

2

3

1

2

3

 

--

2017

--

--

2018

--

--

2019

--

IT

7,1

2,2

9,4

16,1

1,3

17,4

13,4

0,3

13,7

ES

15,9

3,2

19,1

14,5

2,5

17

14,4

2,1

16,5

F

6,4

3

9,5

12,1

3

15,1

11,1

3,2

14,3

D

1,7

-0,7

1

5,2

-0,8

4,5

3,9

-1

2,9

US

11,9

4,3

15,5

17,5

3,7

21,2

14,9

4

18,9

Media

9,9

2,9

12,8

15,4

2,4

17,8

13,4

2,3

15,6

1 - Debito in scadenza % PIL. 2 – Nuovo debito % PIL. 3 – totale 1 + 2 % PIL. Media dei Paesi Avanzati

Fonte: IMF, Fiscal Monitor, October 2017, pagina 99

 

2 - Le polemiche sulla disoccupazione

In Italia, a differenza di molti altri Paesi, l'obbligo scolastico è fino ai 16 anni e non a 18, e non esiste incompatibilità, come avviene da altre parti, fra studio ed assegno di disoccupazione. Perciò se uno studente lavora per esempio in un club estivo per un trimestre e poi torna a studiare, ecco che, avendo lavorato in modo saltuario, ed avendo, proprio per questo, ottenuto un assegno di disoccupazione, è classificato come disoccupato, pur essendo uno studente. Il tasso di disoccupazione delle persone fra il 15 e il 24 anni ricalcolato per tener conto delle distorsioni come quella ricordata ammonta ad un “normale” 11,5% e non al 30%-40% di cui si parla. Quelli messi peggio sono quelli della generazione successiva, come mostra il grafico.

 

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Fonte: A. Del Boca, A. Mundo, L'inganno generazionale, Bocconi Editore, 2017.

 

3 – Le polemiche sulla redistribuzione del reddito

Si ha in origine il reddito che si forma sui mercati, che poi viene - con l'intervento statale – trasformato attraverso le imposte e i trasferimenti. Tanto maggiore la progressività delle imposte e tanto maggiori i trasferimenti, tanto maggiore la riduzione della diseguaglianza iniziale, quella che si forma sui mercati. Si ha nel grafico la riduzione in punti dell'indice di Gini, quello che dà un valore di 0 alla perfetta distribuzione - tutti hanno la stesso reddito, e di 100 il possesso da parte di un solo individuo. I valori effettivi stanno ovviamente nel mezzo. Come si vede dal grafico, la capacità del sistema italiano di ridurre la diseguaglianza iniziale è circa la stessa degli altri Paesi sviluppati.

 

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Fonte: IMF, Fiscal Monitor, October 2017, pagina 7