Mercoledì 20 novembre all’Università di Reggio Emilia (1) si terrà un seminario sugli impatti della globalizzazione. Di seguito la traccia dell’intervento.

 

Il capitalismo si sta espandendo, eppure a seguire il mainstream sembra sull’orlo di una crisi irreversibile. Come è possibile avere due andamenti contrapposti?

1 - Si osservi l’ampliamento del suo campo di intervento. Le abitazioni private e le autovetture private non sono mai state considerate un “capitale”. Nel senso che non sono stati considerati dei mezzi di produzione. E dei mezzi di produzione per di più ad uso privato e non statale - quindi “capitalistici” e non “socialisti”. Ebbene, con il B&B i primi, e con Uber i secondi si possono usare come mezzo di produzione privato da cui estrarre un reddito.

Questi fenomeni non rendono ricco chi li pratica, perché sono privi della “scalabilità”. Scrivere un libro per vendere una copia o un milione di copie non fa una gran differenza di sforzo, mentre la differenza nei ricavi è abnorme. Perciò questi fenomeni integrano il reddito, senza creare dei Paperoni.

Questi fenomeni fanno emergere un altro concetto economico oltre a quello del “scalabilità”, il “costo opportunità”. Potendo affittare la mia casa e guadagnare guidando la mia auto misuro meglio l’uso del mio tempo.

Si diffonde - oltre al B&B e a Uber - l’economia ”della conoscenza”, che usa una quantità esegua di capitale “fisico”. Sorgono molte imprese - le “start up” - dove chi sa che fare è sia imprenditore sia tecnico e chi finanzia non deve investire troppo e comunque ci sono i mercati dei capitali. Vengono così meno le figure del “padrone delle ferriere” e dei “colletti blu”.

2 - si ha il sistema del capitalismo liberal meritocratico - uno. Qui il punto è “meritocratico”. Se si intende che non ci sono vincoli legali al merito, merito che consente di accedere alle carriere, si afferma una cosa vera. Nelle società aristocratiche, al contrario, c’erano dei vincoli legati alla nascita.

Si ha il sistema del capitalismo liberal democratico - due. Dove il punto è di nuovo il termine “meritocratico”. Rispetto alla prima definizione si ha l’idea che la meritocrazia “formale” non basti, e che la meritocrazia “sostanziale” vada promossa dando le stesse opportunità di istruzione.

Si ha, infine, il sistema del capitalismo politico. Esso consiste nell’uso del potere politico per scopi privati. La privatizzazione nei Paesi ex socialisti ha seguito questa modalità che ha prodotto, specie quando si aveva un’economia centrata sulle risorse energetiche, una grande concentrazione della ricchezza.

3 - la migrazione ha molti volti. Quello mainstream è centrato sui “dannati della terra”. Sfugge, se ci si concentra su un solo aspetto, il fenomeno complessivo. Un pensionato tedesco che vive in Spagna e riceve una pensione integrativa che si forma a partire dai redditi che le imprese germaniche ricavano in Cina, come lo definiamo?

Siamo, a ben guardare, in un mondo di “sradicamento” (degrounding), certo composto da profughi, ma anche da benestanti che si ritirano nei Paesi caldi. Anche in passato i benestanti si ritiravano a Biarritz ma erano pochi. Una volta, infine, gli aristocratici dei diversi Paesi si sposavano fra loro e parlavano più lingue. Oggi lo stesso accade, ma come fenomeno di massa, grazie all’Erasmus.

La ricchezza non si forma, come una volta, nel Paese di origine, ma nel Mondo. In particolare, la ricchezza si forma nei grandi agglomerati urbani, dove si concentra l’economia delle “reti”, e dove vivono le élite cosmopolite. Il Populismo, invece, si radica fuori dai grandi agglomerati.

4 - L'economia al tempo del Populismo è un argomento che può essere affrontato combinando due modelli. Il modello psicologico detto del Sistema II combacia con quello dell'economia.  In questo caso, i comportamenti possono essere definiti “razionali”, perché si ha il “vincolo di bilancio”. In breve, non posso spendere più di quanto guadagno ora e quanto m'immagino che guadagnerò in futuro più il credito che posso ottenere, che a sua volta dipende dal mio guadagno corrente e futuro. Il sistema II, quello dell'economia, alla fine mi impone “i passi lunghi quanto la mia gamba”. Mi impone, in altre parole, pacatezza e “ragionamenti lenti”. Il modello della sociologia emerge quando si “aggregano” i comportamenti economici dei singoli. Ecco il popolo dei mercati, il Marktvolk. E' un mondo internazionale che “vota” ogni giorno attraverso i mercati, definendo il rischio del debito pubblico. Il Marktvolk è interessato alla credibilità degli impegni finanziari dello stato.

In questa combinazione troviamo gli avversari dei populisti. Perché mai? Possiamo scoprirlo per confronto con il Sistema I e lo Staatvolk. Gli umani non sono solo “razionali”, nel senso definito prima. Si ha il comportamento “intuitivo”, il più antico dal punto di vista evolutivo, che genera il panico, l'euforia, la simpatia, il disgusto. E questo è il Sistema I, che mi impone “una reazione immediata”. Mi impone, in altre parole, reattività e “ragionamenti veloci”. Un comportamento da “homo oeconomicus” non è soddisfacente. I mercati, infatti, remunerano il talento e la fortuna. E così sorge il conflitto legato a un sentimento come quello della “giustizia”. Dove mai si “materializzerà” questo sentimento così difficile da definire? Nell'arena politica. I governi sono il magnete del senso di giustizia che il mercato non riesce a soddisfare. Detto in due parole: chi non ha talento e non ha avuto fortuna si rivolge al potere politico per avere quei beni che altrimenti non potrebbe mai avere. Ed ecco il popolo dello stato, lo Staatvolk. E' un mondo nazionale che vota ogni quattro o cinque anni, definendo le forze al governo. I cittadini sono essenzialmente interessati ai servizi dello Stato Sociale.

1 - https://www.liberauniversitacrostolo.it/evento/democrazia-occidentale-crisi/