L’indicatore GDPNow elaborato dalla Federal Reserve di Atlanta segnalava a metà febbraio una stima di crescita del primo trimestre del 2016 superiore al 2,5%, superiore alla media delle stime di mercato a loro volta posizionate su valori leggermente superiori al 2%.

 

 

Entrambe le stime erano in forte contrasto con le aspettative incorporate nel livello dei tassi decennali che sembravano indicare valori molto più vicini allo zero (come da “Pareri discordi” del 24 febbraio 2016). Sono passati due mesi e le cose si sono evolute nella direzione indicata dai tassi decennali i quali sono praticamente rimasi sui livelli di metà febbraio, mentre l’indicatore GDPNow (*) prevede attualmente una crescita poco superiore allo zero, con un calo superiore ai due punti percentuali delle aspettative di crescita del Prodotto Interno Lordo americano del primo trimestre del 2016. Anche le stime del consensus si sono adeguate scendendo su valori medi inferiori all’1,5%.

A complicare le cose si è messa di mezzo la Federal Reserve di New York che a sua volta ha cominciato a produrre un indicatore analogo al GDPNow arricchito del contributo delle singole componenti ed integrato con le stime per il trimestre successivo (**). Il valore attualmente stimato a New York è superiore di circa un punto percentuale rispetto a quanto segnalato dagli economisti della banca centrale di Atlanta.

Prima di procedere in qualunque ulteriore considerazione si deve presupporre che le competenze dei ricercatori delle due FED locali siano assolutamente di elevato e pari livello. Altrettanto è presumibile che le l’accesso alle informazioni statistiche sia assolutamente identico mentre è altrettanto presumibile che siano le assunzioni di base (ipotesi) a determinare un risultato (tesi) significativamente diverso. Anche gli strumenti utilizzati (svolgimento) possono influenzare il risultato a seconda della tipologia di formule econometriche scelte per elaborare i dati.

La prima osservazione che si può fare riguarda la conferma ulteriore dell’assunto di base sulla non scientificità delle discipline economiche, le quali utilizzano strumenti scientifici prevalentemente matematici e statistici, a causa dell’impossibilità di replicare in laboratorio i fenomeni osservati, condizione essenziale per distinguere scienza da non scienza. L’esperimento della rana di Galvani lo possono riprodurre tutti gli alunni di terza elementare ottenendo un risultato identico al primo, cambiando ovviamente solo la rana e Galvani.

La seconda osservazione è più vicina ai tempi nostri. Il fatto che entrino in competizione due sedi importanti della banca centrale americana potrebbe essere semplicemente un segnale delle diverse visioni sulle politiche monetarie future ovvero sui tempi dei rialzi o meno dei tassi di interesse. E’ possibile che a New York siano più “hawkish” , ovvero favorevoli al rialzo, di quanto lo siano ad Atlanta dove la visione “dovish”, ovvero meno propensa la rialzo, probabilmente prevale.

(*)https://www.frbatlanta.org/cqer/research/gdpnow.aspx?panel=1

(**)https://www.newyorkfed.org/research/policy/nowcast.html

Puppusnowcast
Puppusnowcast