L’operazione che sta interessando il Monte dei Paschi di Siena (MPS) è particolarmente complessa. E’ possibile individuarne la finalità utilizzando un parametro che dovrebbe chiarire l’obiettivo che si intende raggiungere. Questo parametro è il cosiddetto Patrimonio Libero (PL) definito come il valore contabile ricavato sottraendo al Patrimonio Netto (PN) le Attività Immateriali (AI) e i Crediti Dubbi (CD). E’ un indicatore fondamentale per stabilire le risorse di cui una banca dispone per finanziare la crescita degli impieghi (cosiddetta “crescita interna”) e le eventuali acquisizioni (cosiddetta “crescita esterna”).

Nel caso di MPS la voce AI è oggi ormai irrilevante. Ma è all’origine dei grossi problemi che la banca ha vissuto a causa dell’acquisizione della Banca Antonveneta (BA). Come evidenziato dal grafico, prima dell’ingresso in BA MPS segnalava un valore di PL significativamente positivo, tra i 2 e i 5 miliardi di euro. L’acquisto per 9 miliardi di euro di BA assorbe il PL disponibile che diventa negativo nonostante il primo sostanzioso aumento di capitale (circa 4 miliardi).

Da quel momento in poi MPS non riesce a ricostituire un valore di PL positivo ma sperimenta una continua erosione di risorse patrimoniali nonostante il successivo aumento da circa 2 miliardi del 2011. La situazione peggiora significativamente nel 2012 e negli anni successivi, nonostante altri due aumenti per complessivi 8 miliardi di euro, a causa della forte crescita dei CD.

Questo fenomeno è senz’altro condiviso a livello di sistema bancario ma è particolarmente amplificato in MPS a causa del cattivo portafoglio crediti ereditato da BA e dell’allentamento dell’attenzione al merito di credito derivante anche dalla eccessiva focalizzazione sull’area finanza di MPS (Alexandria, Santorini & C.). Questa è storia ormai vecchia anche se un altro protagonista di quella vicenda, la Royal Bank of Scotland, ancora oggi non ha superato gli stress test della Bank of England dopo avere acquisito nel 2007 ABN AMRO, che controllava BA, per la astronomica cifra di 71 milardi di euro ed essendo ancora oggi controllata dal governo inglese con oltre il 70% delle azioni (*).

Ritornando all’operazione di oggi possiamo ipotizzare che l’obiettivo dei tre passaggi richiesti e complementari sia quello di ridare finalmente a MPS un PL positivo. I tre passaggi sono: 1) cessione della quasi totalità delle sofferenze nette per circa 9,6 miliardi di euro, 2) conversione volontaria di obbligazioni fino ad un massimo di circa 4 miliardi, 3) aumento di capitale fino ad un massimo di 5 miliardi. Questi tre passaggi, tra loro inscindibili, permetterebbero ad MPS di ritornare ad un valore di PL positivo per circa 1,5 miliardi nell’ipotesi che venga convertito solo un quarto delle obbligazioni, riportando questo indicatore per la prima volta ai valori pre-acquisizione BA.

(*) http://investors.rbs.com/share-data/equity-ownership-statistics.aspx

MPS
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