La vicenda della società inglese Carillion non rappresenta un evento particolarmente rilevante, e, infatti, ha ricevuto una modesta copertura mediatica e non ha provocato particolari sommovimenti finanziari. Le ragioni del nostro interesse vertono sulle modalità con cui questa non grande ma delicata azienda è arrivata al fallimento.

Una semplice ma efficace metodologia di analisi permette di verificare le origini del dissesto non tanto per raccontare inutilmente l’ennesima vicenda di crack finanziario ma per provare a stabilire se questi fenomeni siano prevedibili oppure rappresentino meteoriti che cascano improvvisamente sui mercati senza che si possano evitare. Lo strumento di indagine consiste nel calcolo del Patrimonio Netto Tangibile (PNT) come si ricava dai bilanci societari sottraendo dal Patrimonio Netto le Attività Immateriali.

Non è nulla di complesso o sofisticato ma è un parametro finanziario che si è affermato nel corso del tempo proprio in funzione e conseguentemente a episodi di ‘improvvisi’ fallimenti. Si possono citare due casi particolarmente noti come l’americana Enron o l’italiana Parmalat. La breve cronistoria di Carillion racconta qualcosa già visto e sentito:

Il secondo grafico illustra sinteticamente l’evoluzione del valore di mercato e del PNT. Si nota la forza di gravità del PNT sempre più negativo che attira inesorabilmente la capitalizzazione di Borsa verso il basso fino all’azzeramento. Come detto, la mancanza di una redditività adeguata ha impedito di assorbire le componenti immateriali. Ovviamente con margini decisamente superiori Carillion avrebbe perlomeno rinviato il collasso o addirittura evitato il crack.

L’aspetto comunque più significativo e di carattere generale consiste nella lunghezza temporale durante la quale il fallimento della società si costruisce e realizza. In questo senso non è un fenomeno che presenta caratteristiche di imprevedibilità, anzi. Insomma, non è stato un fulmine a ciel sereno ma una lenta e costante erosione probabilmente individuabile e evitabile come successivamente segnalato dalle autorità britanniche. Sebbene sia sempre meglio evitare le generalizzazioni questo ennesimo caso può fornire uno spunto interessante sulla possibilità o meno di prevenire questi fenomeni e le loro indesiderate conseguenze.

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