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Dossier / La Trilaterale in Cina

Dossier / The Trilateral Commission in China

Categoria/Category
Anno XLI, n. 183, aprile-giugno 2006
Editore/Publisher
Guerini e Associati

Abstract

L’articolo propone un resoconto della riunione annuale del Gruppo Asia-Pacifico della Trilateral Commission (25-27 novembre 2005) tenutasi per la prima volta a Pechino. È pur vero che dal 2000, contemporaneamente alla trasformazione del gruppo giapponese in gruppo «Asia-Pacifico», alcuni esponenti di Cina, Hong Kong e Taiwan erano entrati a far parte della Commissione Trilaterale (fondata nel 1973 da un gruppo di cittadini europei, nordamericani e giapponesi). Durante i lavori, politici e intellettuali cinesi hanno a più riprese confermato che lo sviluppo della Cina è «pacifico», e che il comunismo cinese è un sistema politico «nazionale» che nulla ha a che fare con la visione internazionalistica ed espansiva che fu propria della politica sovietica. Quanto ai rapporti Cina-Giappone, tuttora delicatissimi soprattutto a livello politico-culturale (più che economico), va registrato che esponenti giapponesi affermano che oggi nel Sol Levante chi sbandiera idee nazionalistiche appartiene a una minoranza sempre più esigua, rappresentata soltanto da pochi estremisti di destra e da frange di una generazione anziana che sta scomparendo.

This article is a summary of the annual meeting of the Asia-Pacific Group of the Trilateral Commission (November 25-27 2005), held for the first time in Beijing. Since 2000, with the transformation of the Japanese group into the ‘Asia-Pacific’ group, some representatives of China, Hong Kong and Taiwan have joined the Trilateral Commission (founded in 1973 by a group of European, North American and Japanese citizens). During the meeting, Chinese politicians and intellectuals insisted that the development of China is ‘peaceful’ and that Chinese communism is a ‘national’ political system that has nothing to do with the internationalist and expansionist vision typical of Soviet policy. As to relations between China and Japan, still very delicate at the political-cultural as opposed to the economic level, it should be remembered that Japanese representatives claim that the people who flaunt nationalist ideas in Japan today belong to an increasingly small minority of a few right-wing extremists and fringes of an old generation that is now disappearing.