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Il mondo secondo Bush / «Bush eversivo»: la fine del classicismo politico?

The World According to Bush / ‘Bush a subversive’: the end of political classicism?

Categoria/Category
Anno XL, n. 179, aprile-giugno 2005
Editore/Publisher
Guerini e Associati

Abstract

I prossimi quattro anni dell’amministrazione Bush paiono volti alla distruzione dei concetti basilari del diritto internazionale di origine europea, nonché all’annullamento dei progetti di global governance quali erano stati concepiti nei recenti anni passati. Tale smantellamento va nel segno di una internazionalizzazione della giurisdizione americana e dei criteri politici su cui essa si fonda, sino a sindacare il regime politico di tutti gli altri stati sovrani. In sostanza, si assiste all’asserzione di una sovranità a scapito delle altre. Gli europei peraltro non sembrano avere coscienza alcuna di questo disegno, né alcuna capacità di reazione. L’Europa è tra l’altro essa stessa un ibrido che frantuma le categorie classiche. Per fronteggiare questa rivoluzione annunciata è necessario riscoprire il valore politico del classicismo, che si fonda su distinzioni chiare e precise: guerra/pace, amico/nemico, legittimo/illegittimo, diritto/fatto. Un ritorno alla logica pura degli stati contro l’attuale stato della globalizzazione è, infatti, forse meglio in grado di assicurare un ordinamento internazionale funzionante e legittimo.

The next four years of the Bush administration seem likely to destroy the basic concepts of international law of European origin, as well as to cancel projects of global governance as conceived in recent years. This dismantlement is a move towards an internationalization of American jurisdiction and the political criteria upon which this is based, ultimately censuring the political systems of all other sovereign states. What we are seeing substantially is an assertion of one sovereignty to the detriment of others. Europeans, though, seem to possess neither awareness of this design nor capacity to react. Among other things, Europe itself is a hybrid that breaks up classical categories. To address this revolution foretold, it is necessary to rediscover the political value of classicism, founded on clear, precise distinctions: war/peace, friend/enemy, legitimate/illegitimate, law/fact. A return to the pure logic of states against the present process of globalisation is, in fact, arguably more likely to ensure a working and legitimate international system.