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Scelta collettiva e garanzie costituzionali

Collective Choice and Constitutional Guarantee

Categoria/Category
Anno XXXVI, n. 162, novembre-dicembre 2001
Editore/Publisher
Centro Einaudi

Abstract

In questo articolo l’autore pone in questione l’opinione largamente diffusa che le costituzioni rappresentino di per sé garanzie della libertà individuale e incarnino di per sé il principio del governo della legge, in quanto opposto al governo esercitato dagli uomini. In realtà, sostiene l’autore, l’ambito della scelta collettiva di cui la costituzione è frutto è per natura propria illimitato e come tale suscettibile di violare i diritti di singoli individui o di minoranze, consentendo che queste siano sfruttate e subiscano abusi da parte del governo, sia esso un sovrano assoluto o una maggioranza che opera nell’ambito di garanzie costituzionali. Ciò è reso anche più probabile dal fatto che, soprattutto (ma non solo) nelle democrazie, il concetto vago e per sua natura indefinibile di "bene comune" viene utilizzato spesso per giustificare l’abuso. L’autore dimostra come la sola garanzia di salvaguardie costituzionali dotate di una qualche solidità risieda nella rigidità e immodificabilità sostanziale della costituzione stessa, costruita attorno a poche semplici regole.

In this article the author questions the widespread opinion that, per se, constitutions represent guarantees of individual freedom and encapsulate the principle of the government of law as opposed to government by men. In reality, argues the author, the ambit of collective choice of which constitution is a product is by its very nature unlimited and, as such, likely to violate the rights of individuals and minorities, allowing them to be exploited and to suffer the abuses of the government, whether an absolute sovereign or a majority that operates in the ambit of constitutional guarantees. This is made even more probable by the fact that, above all (but not only), in democracies, the concept of ‘common good’, vague and by its very nature indefinable, is often used to justify the abuse. The author demonstrates how the sole guarantee of relatively solid constitutional guarantees resides in the rigidity and substantial non-modifiability of the constitution itself, built around a few simple rules.