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Il liberalismo come arte della separazione

Liberalism and the Art of Separation

Categoria/Category
Anno XXXIX, n. 173, 174, 175 gennaio-giugno 2004
Editore/Publisher
Centro Einaudi

Abstract

L’autore propone un’interpretazione del liberalismo fondata sui concetti di pluralismo e integrità istituzionale. Secondo Walzer, la caratteristica principale del liberalismo è l’arte della separazione e definizione dei limiti dei diversi aspetti istituzionali della società (politico, economico, accademico, religioso eccetera) allo scopo di rendere reciprocamente autonome tali differenti sfere di libertà. L’autonomia crea spazi variegati di libertà individuale e favorisce lo sviluppo di forme specifiche di eguaglianza sociale. Nel passato, spezzando le antiche gerarchie sociali e istituzionali, il liberalismo aprì la strada all’emancipazione individuale, ponendo per la prima volta gli individui su un piano di parità, almeno formale, e creando nuove forme istituzionali capaci di mantenere e perpetuare tale libertà. Walzer, tuttavia, sostiene che il liberalismo dovrebbe essere riconsiderato sotto almeno due profili. In primo luogo, egli critica gli assunti filosofici individualisti, sottolineando l’esigenza di tenere in maggior considerazione i legami morali e materiali che vincolano individui e istituzioni, reinterpretando dunque l’idea di libertà politica in termini di integrità istituzionale; ovvero in termini di autonomia e intangibilità dell’attività sociale, in assenza della quale il singolo individuo non potrebbe «esistere». In secondo luogo, Walzer afferma che il liberalismo, col porre un’enfasi eccessiva sulla libertà di mercato, non ha tenuto conto del fatto che grandi concentrazioni di ricchezza possono sconvolgere l’equilibrio della libertà fra le diverse sfere istituzionali e dunque agire esattamente come il potere politico prima che fosse limitato dall’arte liberale della separazione. Walzer, pertanto, propone una revisione del liberalismo che tenga conto dell’esigenza di imporre limiti a questa particolare forma di potere, definendo la sfera di azione del mercato mediante la «socializzazione» della sfera dell’attività economica.

The author puts forward an interpretation of liberalism which focuses on the concepts of pluralism and institutional integrity. According to Walzer, the principal characteristic of liberalism is the art of separation and definition of the limits of the various institutional aspects of society (political, economic, academic, religious etc.) with the aim of making these different spheres of activity mutually autonomous. This autonomy creates various spaces of individual liberty and favours the development of specific forms of social equality. In the past, by breaking the old social and institutional hierarchies, liberalism opened the way to individual emancipation, putting individuals for the first time, at least formally, on an equal footing and creating new institutional forms capable of maintaining and perpetuating that liberty. However, Walzer maintains that liberalism should be reconsidered in at least two respects. First, he criticizes individualistic philosophical assumptions, underlining the need to take into greater consideration the moral and material links which bind individuals and institutions, thus reinterpreting the idea of political liberty in terms of institutional integrity or in terms of the autonomy and intangibility of social activity without which the single individual could not ‘exist’. Secondly, Walzer claims that, by putting too much emphasis on market freedom, liberalism has failed to take into account the fact that great concentrations of wealth can upset the equilibrium of liberty between the various institutional spheres and therefore act exactly as political power used to before it was limited by the liberal art of separation. Walzer therefore proposes a revision of liberalism which takes account of the need to impose limits on this particular form of power, defining the range of action of the market by means of ‘socialization’ of the sphere of economic activity.