La differenza americana

Se c'è una cosa che forse più di ogni altra distingue la società americana da quella europea, è la distribuzione spaziale delle diversità.

 In Europa assistiamo a una stratificazione delle differenze che trovano nello spazio urbano il loro punto di equilibrio. Negli Stati Uniti, le differenze si sono sparpagliate creando aree di affinità eterogenee tra di loro ma omogenee al loro interno.

È per questo che la forma suburbana ha in America le dimensioni che ha raggiunto dal 1880 in poi. Reagendo negativamente al nuovo afflusso immigratorio di fine Ottocento, che proveniva per la maggior parte dall'Europa meridionale, gli americani di origine inglese e nordeuropea hanno dato vita a un decentramento che ha progressivamente scisso le città degli Stati Uniti dividendo lo spazio del lavoro da quello della residenza. Quest'ultimo spazio consentiva una sostanziale «secessione sociale» che vedeva i bianchi vivere con i bianchi, i più ricchi con i più ricchi. Nessuna città americana ha sofferto di questo più di New Orleans. Essendo stata costruita su un terreno alluvionale che ben presto si è trovato sotto il livello del mare, chi più in basso vive più in basso risiede sulla scala sociale. I neri poveri si sono quindi trovati a essere sul fondo del bacino allagato il 28 agosto 2005 in seguito al crollo delle dighe causate dall'uragano Katrina. È triste dirlo, ma chi si stupisce di ciò non conosce né la storia né la cultura americana. (7 ottobre 2005)


Giunti a toccare con mano quello che è un vero e proprio gradino geologico tra due culture, vale forse la pena di partire da quanto accaduto a New Orleans per cercare di descrivere, come meglio possiamo, quello che oggi divide le due sponde dell'Atlantico: che è molto, ma anche molto poco. Perché il problema è proprio questo. Sono tali e tante le somiglianze tra di noi che quando si presenta una differenza di rilievo è come se improvvisamente scoprissimo di non conoscerci affatto, malgrado due secoli e più di traffico interculturale. La stessa cosa, certo, vale tra noi europei. Chi può dire in Italia di conoscere veramente che cosa significhi essere tedesco, inglese o francese? Per non dire di che cosa significhi essere italiano... (È forse superfluo ricordarlo, ma, tendenzialmente, tutti i discorsi sulle nazionalità sono viziati alle origini da un eccesso d'astrazione). Tuttavia, il discorso politico che ha portato alla formazione dell'Unione Europea ha in parte supplito a queste carenze, almeno fino al disastroso risultato del referendum francese indetto per ratificare un trattato intergovernativo chiamato impropriamente «Costituzione». Allo stesso tempo, ciò che soggiaceva all'Alleanza Atlantica – la Guerra fredda – non c'è più, e quindi quel terreno di confronto è smottato lasciando aperta una voragine. Oggi gli americani e gli europei si guardano negli occhi forse per la prima volta. E quello che vedono talvolta li sconcerta. L'uno pare l'immagine rovesciata dell'altro. (4 novembre 2005)

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