Osservatorio Europa (2003)
Secondo il rapporto 2003 del Fondo Monetario Internazionale sull’Italia, nel quadro delle regolari consultazioni ex art. IV l’Italia sarebbe l’unico "grande" dei paesi che compongono Eurolandia a rispettare il criterio del 3% deficit/Pil.
Secondo gli esperti di Washington, nonostante una congiuntura economica negativa, l’Italia dimostra di riuscire a tenere sotto controllo la spesa pubblica. Sembra questa l’unica nota positiva del Rapporto, dal momento che l’Italia risulta essere il paese con il tasso di occupazione più basso nell’area euro con conseguenze dirette e negative sul reddito pro capite. Non basta: è urgente procedere con la riforma del sistema pensionistico, dal momento che "il trend demografico porterà a un considerevole incremento delle spese legate all’invecchiamento". Va proseguita, accelerandola, la programmata privatizzazione, e in tal senso il ruolo della Patrimonio S.p.A. diventa cruciale. Il Fondo Monetario Internazionale apprezza gli sforzi condotti per migliorare il mercato del lavoro, riconoscendo la positività della rapida attuazione della riforma Biagi, ma con altrettanta rapidità è necessario procedere con il suo completamento, cercando contemporaneamente di ridurre i sussidi alle imprese per stimolarne la competitività.
Malgrado le difficoltà del trend economico globale l’Italia sembra quindi "tenere" rispetto ai criteri del Patto di stabilità, ma le previsioni sul medio-lungo periodo appaiono fosche se non si riuscirà a mettere mano rapidamente alla riforma del sistema pensionistico. Cosa che il Governo francese è riuscito a fare, nonostante la dura opposizione dei sindacati e una vera e propria "guerriglia" all’Assemblée Nationale, il che tuttavia non ha impedito l’adozione della legge di riforma.