2002

Il risparmiatore si confessa

XX Rapporto annuale sul risparmio e sui risparmiatori in Italia (2002)

Categoria/Category
Indagine sul Risparmio
Editore/Publisher
Guerini e Associati
Pagine
256
Prezzo
20 euro
ISBN:
88-8335-360-9

Abstract

a cura di Andrea Beltratti

Le scelte finanziarie degli italiani nel terzo anno consecutivo di ribassi dei mercati azionari sono state studiate dal XX Rapporto Bnl/Centro Einaudi sul risparmio e sui risparmiatori in Italia, basato su un’indagine Doxa – svolta nel mese di luglio del 2002 e arricchita con un instant poll telefonico a ottobre – su un campione rappresentativo di oltre 1.000 famiglie italiane. Protagonisti sono i risparmiatori. Sono le loro opinioni, le loro osservazioni, le loro aspettative che danno forza alle analisi del Rapporto. Sono, in altre parole, le confessioni dei risparmiatori che permettono di fotografarne i comportamenti, nello scenario tormentato di questi anni. Il Rapporto dunque si conferma ancora come punto di riferimento indispensabile per comprendere le dinamiche di evoluzione del risparmio in Italia.


I risultati più significativi

    • La crisi finanziaria non ha inciso sulla fiducia nelle prospettive economiche. Nonostante il crollo dei mercati azionari gli italiani rimangono ottimisti sul futuro.

    • Si stabilizzano gli obiettivi dell’investimento finanziario. I dati mostrano come sia stato riassorbito, a livello di obiettivi, lo shock dell’11 settembre.

    • Crolla la fiducia verso l’informazione economica ufficiale. Solo il 13 per cento degli intervistati crede che il livello d’inflazione rilevato dalle fonti ufficiali corrisponda al reale aumento dei prezzi. Il 41 per cento pensa che inflazione reale e inflazione ufficiale non corrispondano per niente.

    • Le cause dell’inflazione. Solo il 2 per cento crede che l’aumento dell’inflazione sia legato alla crescita dei prezzi del petrolio. Il 9 per cento pensa che i prezzi siano aumentati a causa di "manovre speculative" da parte delle imprese, ma il colpevole viene identificato nell’introduzione dell’euro dal 77 per cento degli intervistati.

    • La sfiducia verso la comunicazione delle imprese. Il 60 per cento degli intervistati ha affermato di essere al corrente della situazione di malessere presente nel mondo economico e finanziario statunitense, in particolare per quanto riguarda i bilanci truccati delle imprese e le frodi commesse da alcuni grandi manager d’azienda. Solo il 14 per cento ritiene che il mercato statunitense abbia problemi diversi da quello europeo, e possa quindi essere considerato un caso diverso.

    • Chi può ristabilire la fiducia? Gli italiani sono divisi. Il 26 per cento chiede una risposta al Governo, probabilmente pensando che si tratti di un problema politico o comunque di un problema troppo ampio per essere affidato semplicemente ai tecnici. Fra i tecnici, le banche riscuotono i maggiori consensi, seguiti dalla Consob. L’8 per cento afferma tristemente che ormai è tardi: ci vorranno molti anni per ripristinare la fiducia distrutta.

    • Gli italiani preferiscono il "fai-da-te" nella costituzione della pensione privata. Molti intervistati percepiscono con chiarezza il rischio di avere un reddito insufficiente nel momento di cessazione dell’attività lavorativa, ma nutrono diffidenza nei confronti degli strumenti finanziari che dovrebbero essere dedicati a queste finalità. In conseguenza, 4 intervistati su 10 preferiscono investire da soli il risparmio per la vecchiaia.

    • Cresce lievemente la rilevanza del risparmio. Si intravede un lieve aumento nella propensione degli italiani verso il risparmio, pur nel contesto di una incapacità di attuare un risparmio programmato al raggiungimento di obiettivi. Diminuisce la percentuale di chi afferma di non avere risparmiato, che passa da 48 a 34%, il livello minimo stimato dal Rapporto dal 1993 ad oggi.

    • Alla ricerca della sicurezza in un quadro confuso. I risparmiatori ritengono che il quadro di riferimento per il risparmio sia peggiorato rispetto a un anno fa. Resta bassa, al 9%, la quota di risparmiatori che pensano che la scelta degli investimenti sia diventata più facile, mentre aumenta ulteriormente (dal 35 al 36%) il peso di chi ritiene che lo scenario sia peggiorato. Oltre il 50% degli intervistati parteciperebbe volentieri a corsi di finanza personale. In tutti i casi aumenta molto la quota degli investitori che vedono nella sicurezza la caratteristica principale degli investimenti, a discapito del tentativo di speculazione di breve periodo.

    • La rilevanza di immobili e beni rifugio. L’acquisto di immobili e beni rifugio si conferma sugli alti livelli dello scorso anno, un fenomeno intensificatosi con il periodo di discesa dei corsi azionari. Gli immobili diventano "l’investimento alternativo" che presenta una correlazione relativamente bassa con i mercati azionari e obbligazionari e consente la protezione del valore della ricchezza in fasi di crisi. L’inizio della diffusione dei fondi immobiliari avvicina ulteriormente i risparmiatori a questi tipi di investimento, consentendo inoltre l’ingresso nel settore degli uffici e non solo nel residenziale, che è al momento quello privilegiato dalle famiglie italiane.

    • La banca è al centro delle attività di consulenza. Le fonti di consulenza ritenute più affidabili sono quelle di origine bancaria. Per 6 investitori su 10 la banca è al primo posto nella classifica delle fonti di consultazione. La sfiducia si estende ai giornali: le informazioni finanziarie contenute nei giornali sono ritenute essere generalmente attendibili solo dal 18 per cento degli intervistati (contro il 29 dello scorso anno).

    • L’informazione è spesso insufficiente. Gli italiani dedicano poco tempo all’informazione finanziaria, e forse anche per questo motivo sono trattati dagli intermediari sulla base di condizioni contrattuali che forniscono spesso spunti di lamentela. Sorprende il limitato tempo dedicato a ottenere informazioni utili per investire e alla cura delle finanze personali: due terzi dei risparmiatori non ha la minima idea di quanto tempo dedichi a questa attività. Di quelli che hanno saputo rispondere, la metà dedica meno di mezz’ora alla settimana alle informazioni sulla finanza personale.

Il Rapporto 2002 costituisce anche l’occasione per rivisitare i risultati più salienti emersi nel corso dei venti anni di ricerca compiuta, evidenziando trend di lungo periodo e incrociandoli con la storia economica italiana. Questa XX edizione è stata curata da Andrea Beltratti dell’Università Bocconi. Vi hanno collaborato: Stefano Ambrosetti, Luca Beltrametti, Natalia Bucci, Massimo di Tria, Marco Liera, Mario Valletta e Paola Zocchi. La presentazione è di Alberto Mucci.

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Questo Rapporto annuale nasce dalla collaborazione fra il Centro di Ricerca e Documentazione "Luigi Einaudi" e l'Ufficio Studi della Banca Nazionale del Lavoro. Giunto alla ventesima edizione, viene realizzato sulla base di un'indagine condotta dalla Doxa su un campione di circa mille famiglie e tradizionalmente pubblicato in dicembre.
Fino al 1996, il Rapporto è stato pubblicato nella collana "Quaderni di Ricerca" dell'Ufficio Studi BNL; le ultime sei edizioni - Il risparmiatore diventa adulto, 1997; Il risparmiatore affronta l'euro, 1998; Un risparmiatore deluso?, 1999; Un risparmiatore «fai da te», 2000; Il risparmiatore cerca fiducia, 2001; Il risparmiatore si confessa, 2002 - sono pubblicate dall'editore Guerini e Associati.