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Silvio Berlusconi da leader dell'antipolitica a «sindaco d'Italia». Comunicazione e cicli di popolarità

Silvio Berlusconi, from Anti-politics Leader to 'Mayor of Italy'. Communication and Popularity Cycles

Categoria/Category
Anno XLIII, n. 193, ottobre-dicembre 2008
Editore/Publisher
Guerini e Associati

Abstract

C’è effettivamente stato un riallineamento degli elettori italiani a favore del centro-destra? Ed è per questo che il governo Berlusconi ha continuato a godere di un’approvazione pubblica ancora particolarmente alta molti mesi dopo il voto? A giudizio dell'autrice, al di là dei segnali di slittamento della società italiana verso posizioni più conservatrici e del manifestarsi di una diffusa tendenza politica che, fino allo straordinario successo di Obama nelle presidenziali americane, sembrava destinata ad avvantaggiare le destre, ci si può legittimamente chiedere se a favorire il ciclo lungo della popolarità di Berlusconi non sia stato anche il ben più intenso investimento operato dal leader di Forza Italia sul terreno della comunicazione, resa l’elemento strategico di un modello di governo costruito su un’offerta di rappresentanza insieme materiale e simbolica. La conclusione di Roncarolo è che proporsi come «sindaco d’Italia» può essere una strategia vincente per rispondere sul piano simbolico alla diffusa domanda di rassicurazione proveniente dalla sfera sociale. Ma governare davvero i problemi resta una sfida che non si vince in televisione.

Have Italian voters effectively realigned with the centre-right? If so, is this why the Berlusconi government is still enjoying such high popularity months after the general election? True, Italian society is showing signs of increased conservatism, and until Obama’s outstanding success in the American presidential elections the general political trend seemed bound to favour the right. According to the author, however, it is fair to ask whether Berlusconi’s lasting popularity may not have been helped by his hefty investment in communication, the strategic element in a government model built on representation that is at once material and symbolic. Roncarolo’s conclusion is that a good strategy for Berlusconi, in symbolic response to the widespread demand for reassurance in the social sphere, would be to present himself as the ‘Mayor of Italy’. Not that the real governance of problems is a challenge that can be won on television.