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Perché l'Europa / Un'Europa meno fragile, se più liberale. Un commento a Paul Magnette

Why Europe / Europe: more liberal, hence less fragile. A comment on Paul Magnette

Categoria/Category
Anno XLI, n. 184, luglio-settembre 2006
Editore/Publisher
Guerini e Associati

Abstract

Ferrera condivide largamente la tesi di Magnette, ma prova ad articolarla e approfondirla sia riguardo alla diagnosi sia in merito al «cosa fare» per rendere l’Europa liberale meno fragile, a patto che essa diventi… più liberale. A suo giudizio, la fragilità dell’Europa liberale non deriva dalla fragilità del liberalismo tout court, ma dal fatto che questa Europa (nel senso di Unione Europea) si è storicamente servita e tuttora si serve di uno solo dei vari composti liberali, il liberalismo economico. Se il linguaggio dell’efficienza, della concorrenza, del mercato non può e non deve essere l’unico discorso dell’Europa liberale, quale altro linguaggio utilizzare? Si può partire dalla nozione di «chances di vita», di Dahrendorf. Ma l’integrazione europea come ambizioso e temerario esercizio di equilibrismo e, se possibile, superamento di molte tradizionali polarità ideologiche e istituzionali riguarda anche la teoria (e qui occorre l’impegno di tutti i liberalismi) e l’azione politica (con l’impegno di tutti i liberali).
 

Ferrera largely shares Magnette’s thesis, but tries to articulate it and develop it in terms of its diagnosis and of ‘what to do’ to make liberal Europe less fragile, and… more liberal. In his view, Europe’s fragility is not the result of the fragility of liberalism tout court, but of the fact that, historically, this Europe (in the sense of the European Union) has always made use of only one of the various liberal compounds: economic liberalism. If the language of efficiency, competition and the market cannot and must not be the only discourse of liberal Europe, what other language can we use? We might begin with Dahrendorf’s notion of ‘life chances’. But European integration as an ambitious and daring balancing act and, if possible, as the overriding of many traditional ideological and institutional polarities also involves political theory (and here the commitment of all liberalisms is required) and political action (with the commitment of all liberals).
 

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