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Liberalismo e globalizzazione. Per una rilettura del pensiero di Bruno Leoni

Liberalism and Globalisation. A reinterpretation of the thinking of Bruno Leoni

Categoria/Category
Anno XL, n. 179, aprile-giugno 2005
Editore/Publisher
Guerini e Associati

Abstract

Nello svuotamento di significato e nella trasformazione di senso che molte categorie politiche della modernità stanno subendo, il pensiero di Bruno Leoni costituisce un importante punto di riferimento per una rifondazione del liberalismo. La sua teoria del diritto come pretesa, o meglio come scambio di pretese, nonché il tentativo di fondare la politica sui rapporti determinati dagli individui nella realtà delle loro interrelazioni, non solo rappresenta una serrata critica alla centralità e al monopolio giuridico-politico statuale, ma è soprattutto il segno di un impegno pratico perché la libertà individuale si riappropri della sua soggettività e non si accontenti delle garanzie formali fornite dalle «regole» e dalle tecniche procedurali. Il guardare dietro i grandi apparati e i meccanismi autoreferenziali degli organi potestativi ne rivela la valenza ideologica ma pure la funzione fittizia rispetto alle connessioni, anche dissimetriche, determinate dagli stessi individui nel loro agire pratico. In un’epoca in cui i grandi soggetti politici sembrano dissolversi, la proposta politica di Leoni si rivela come un modo per «ripensare» la politica, per ridefinire spazi, aree e confini, ma anche per cogliere le articolazioni, i rapporti plurimi e policentrici che l’attuale displacement of politics comporta.

As many political categories lose importance and as their significance changes, the thinking of Bruno Leoni constitutes an important reference point for the refounding of liberalism. His theory of law as claim, or rather as an exchange of claims, and his attempt to found politics on the interrelations between individuals represent not only a concise criticism of the state’s centrality and politico-legal monopoly but, above all, a signal of a practical commitment for individual freedom to reappropriate its subjectivity without simply making do with the formal guarantees provided by ‘rules’ and procedural techniques. A look behind the great apparata and self-referential mechanisms of potestative bodies reveals their ideological relevance, but also their sham function with respect to the connections – dissymetric connections included – determined by individuals themselves in their practical actions. In an era in which the major political players would appear to be dissolving, Leoni’s political proposal provides a way of ‘rethinking’ politics and redefining spaces, areas and borders, but also of grasping the articulations and the multiple and polycentric relations entailed by the ongoing ‘displacement of politics’.