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Partiti, società civile e democrazia: il caso americano / Political Parties, Civil Society and Democracy: The American Case

Categoria/Category
Anno XXX, n. 130, luglio-agosto 1995
Editore/Publisher
Centro Einaudi

Abstract

The end of the Cold War has led, in many countries, to a weakening of the principal democratic institutions, more particularly to a decline in the strength of political parties. The phenomenon is common to all the most established democracies, and is especially intense in the United States. The results of opinion polls data show that, since the sixties, distrust in the government – and even among individuals – has increased drastically. The media – television especially – appear largely responsible for the trend. The situation is further aggravated by a tendency, constitutionally congenital in the American system, towards a decision-making «gridlock» inside government institutions. This has been exacerbated, in turn, by the new laws on electoral campaign funding, which have weakened the parties and made candidates and elected representatives increasingly dependent on the financial support of organised interest groups. Blaming the present malaise on an enfeeblement in civil commitment appears a much less plausible argument. Today, as in de Toqueville's times, Americans are effectively one of the world's populations whose civil society is strongest and best equipped to organise itself autonomously. The results of polls again show that citizens continue to believe in the «American Dream» and traditional anti-statist values. Reforms strengthening the role of parties are unlikely to come to pass; but the ongoing strength of American civil society does suggest that the country has the wherewithal to emerge from its current state of distrust and malaise.

Con la fine della guerra fredda si è avuto in molti paesi un indebolimento delle principali istituzioni democratiche, e in particolare un declino della forza dei partiti politici. Il fenomeno accomuna tutte le più antiche democrazie, ed è intenso negli Stati Uniti. Qui i dati di sondaggio dimostrano che a partire dagli anni sessanta è estremamente cresciuta la sfiducia nel governo, e addirittura la sfiducia reciproca fra le persone. Un ruolo importante nel determinare questa tendenza lo hanno avuto i media, soprattutto la televisione. Ad aggravare la situazione vi è la tendenza costituzionalmente congenita nel sistema americano al «blocco» decisionale nelle istituzioni di governo, a sua volta rafforzata dalle nuove norme sul finanziamento delle campagne elettorali, che hanno indebolito i partiti e fatto crescere la dipendenza finanziaria di candidati ed eletti dagli interessi organizzati. Meno credibile appare, come causa del malessere attuale, l'affievolirsi dell'impegno civico: di fatto, oggi come ai tempi di Tocqueville, gli americani restano fra tutti i popoli del mondo quello la cui società civile è più forte e capace di organizzarsi autonomamente. Ancora i dati di sondaggio dimostrano che i cittadini continuano a credere nel «sogno americano» e nei tradizionali valori antistatalisti. È improbabile la realizzazione di riforme volte a potenziare il ruolo dei partiti; ma la forza tuttora esistente della società civile americana fa pensare che il paese riuscirà a superare l'attuale fase di sfiducia e malessere.