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Referendum e costituzionalismo liberale

Referenda and Liberal Constitutionalism

Categoria/Category
Anno XXXVI, n. 160, luglio-agosto 2001
Editore/Publisher
Centro Einaudi

Abstract

A partire dall’analisi delle due concezioni di democrazia rappresentativa e diretta, l’articolo cerca da un lato di dimostrare come la concezione di democrazia più rispondente ai valori della tradizione liberale sia quella che si ispira alla democrazia diretta, dall’altro di individuare la strategia costituzionale migliore non tanto per sostituire la democrazia rappresentativa con la democrazia diretta, quanto per introdurre un maggior numero di elementi di democrazia diretta nel processo decisionale delle democrazie rappresentative contemporanee. Tale strategia, volta all’introduzione di nuove forme di consultazione diretta dei cittadini come stadio aggiuntivo (e quindi freno potenziale) del processo decisionale, punta ad una convergenza fra liberali e socialisti di tutti i tipi, sulla base del comune interesse per le riforme, e comporta una divergenza fra liberali e conservatori. Questi ultimi infatti, pur essendo spesso alleati dei liberali nelle questioni sostanziali di politica pubblica, si oppongono alle riforme strutturali anche quando, come nel caso dell’introduzione di elementi di democrazia diretta, il risultato può essere la riduzione del settore pubblico e del livello di politicizzazione dell’economia.

The essay sets out from analysis of the two conceptions of representative and direct democracy (a) to demonstrate how the conception of democracy most respondent to the values of the liberal tradition is the one based on direct democracy, and (b) to identify the best constitutional strategy not so much to replace representative with direct democracy as to introduce a higher number of elements typical of direct democracy into the decision-making process of contemporary representative democracies. This strategy, designed to introduce new forms of direct citizen consultation as an additional stage (hence as a potential check) in the decision-making process, aims to create a convergence among liberals and socialists of all types on the basis of their common interest for reforms, and thus entails a divergence between liberals and conservatives. The latter, albeit often the allies of liberals on major public policy issues, are opposed to structural reforms even when – as is the case with the introduction of elements of direct democracy – the result may be the reduction of the public sector and the level of politicisation of the economy.