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Voto ai minori e parità intergenerazionale

Enfranchising children and intergenerational equity

Categoria/Category
Anno XXXVII, n. 163, gennaio-aprile 2002
Editore/Publisher
Centro Einaudi

Abstract

In molti paesi occidentali il tasso di povertà infantile è superiore a quello degli anziani; si può inoltre prevedere che l’attuale generazione di giovani e di non ancora nati godrà dei benefici dello stato assistenziale in misura (notevolmente) inferiore rispetto a quella garantita, nel presente e nel futuro, agli anziani di oggi. Tali ineguaglianze tra generazioni sono in buona parte frutto del crescente peso numerico dei votanti anziani nell’ambito dell’elettorato. Si potrebbe quindi ipotizzare l’opportunità di modificare in parte le istituzioni della politica democratica in direzione di uno stato assistenziale meno sbilanciato in termini generazionali, per esempio adottando la proposta, più volte avanzata, di concessione di diritti di voto ai minori, ancorché esercitati per delega dai genitori. Lo studio analizza i pro e i contro di tale proposta da due punti di vista profondamente diversi: 1) le argomentazioni basate sulle conseguenze, ovvero relative agli effetti desiderati/temuti del voto ai bambini; 2) le argomentazioni di natura deontologica, cioè se si debba o meno estendere il diritto di voto al fine di colmare una carenza di democrazia. In conclusione, dall’uno e dall’altro punto di vista non scaturiscono elementi tali da far prevalere le argomentazioni a favore. Si invoca quindi una più intensa attività di studio di soluzioni alternative per mezzo delle quali la politica democratica possa maggiormente tutelare gli interessi dei minori e delle generazioni future.

In many western countries, the rate of child poverty is higher than that of elderly people. It is estimated that the present generation of young people and the generation to come will enjoy the benefits of the welfare state (much) less than the elderly of today are enjoying and will enjoy. These inequalities between generations are largely the fruit of the growing numeric proportion of elderly members of the electorate. It might be advisable, therefore, to slightly modify the institutions of democratic politics by making the welfare system state less imbalanced generation-wise. One way to do this might be to adopt the often vented proposal to grant voting rights – albeit exercised by proxy by parents – to minors. This study analyses the pros and cons of this proposal from two entirely different points of view: 1) arguments based on the consequences – that is, the desired/feared effects of children voting; 2) deontological arguments – whether, that is, the right to vote should be extended to make up for a deficit of democracy. In conclusion, neither point of view produces sufficient evidence to win the case. What is needed is a more intense pursuit of alternative solutions that would enable democratic policy to safeguard the interests of minors and the generations of the future more effectively.

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