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Dalla globalizzazione economica alla guerra di religione

From Economic Globalization to War of Religion

Categoria/Category
Anno XXXVII, n. 167, novembre-dicembre 2002
Editore/Publisher
Centro Einaudi

Abstract

La tesi di Alain Touraine – sociologo francese di autorevolezza internazionale che ha tenuto a Torino, per il Centro Einaudi, la XIX Conferenza Fulvio Guerrini, di cui è questo il testo – è che il tempo della globalizzazione si sia ormai concluso. Dopo l’11 settembre e la guerra all’Iraq, siamo di fronte a un cambiamento storico, a una mutazione politica e ideologica del mondo: siamo già entrati in una situazione internazionale che non è più dominata dall’economia ma dalla politica, nella quale il multilateralismo è stato scacciato dall’unilateralismo americano. La visione "economica" del mondo che pensavamo di vivere è stata rimpiazzata da una visione militare e ideologica e la concorrenza intorno all’uso delle nuove tecnologie ha perso di importanza nei confronti di quello che Huntington ha chiamato lo scontro di civiltà. Tuttavia, ciò che sta realmente accadendo è che società diverse perseguono differenti percorsi e differenti modelli di modernizzazione: se si accetta questa idea e l’approccio comparato che ne deriva, ci si sbarazza di conflitti spietati tra "civiltà" ciascuna delle quali identifica la modernità con le proprie caratteristiche storiche e culturali.

The thesis of Alain Touraine – the French sociologist of international renown who held the 19th ‘Fulvio Guerrini lecture’ in Turin for the Centro Einaudi, of which this is the text – is that globalization has come to an end. After September 11 and the war in Iraq, we are faced with historical change and a political and ideological mutation of the world. We have already entered an international situation that is no longer dominated by economics but by politics, in which multilateralism has been squashed by American unilateralism. The ‘economic’ vision of the world we thought we were living in has been replaced by a military and ideological vision and competition over the use of new technologies has lost importance compared to what Huntington has called the clash of civilisations. Nonetheless, what is really happening is that different societies are pursuing different directions and models of modernization. If we accept this idea and the consequent comparative approach, we get rid of ruthless conflicts between ‘civilisations’, each of which identifies modernity with its own historical and cultural characteristics.

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