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Forza e ordine nell'era unipolare americana

Force and Order in the American

Categoria/Category
Anno XXXVIII, n. 168, gennaio-aprile 2003
Editore/Publisher
Centro Einaudi

Abstract

A partire dalla profonda ambivalenza mostrata dall’America nei confronti del multilateralismo e del diritto internazionale durante il secolo scorso, l’articolo cerca di prevedere la futura evoluzione dell’egemonia globale americana all’interno dell’ordine internazionale, recentemente sconvolto dalla lotta al terrorismo e dalla guerra contro l’Iraq. Nonostante le nuove tendenze isolazioniste e unilateraliste all’interno dell’amministrazione Bush, ci sono ancora tre motivi fondamentali perché gli Stati Uniti continuino a sostenere il multilateralismo: l’interdipendenza economica globale, l’interesse strategico di lungo periodo alla creazione di un ordine internazionale stabile basato sulla condivisione delle regole, infine l’identità politica dell’America, basata sulla tradizione democratica repubblicana che considera il diritto come l’unica fonte di legittimazione. La conclusione è che gli Stati Uniti per molto tempo continueranno probabilmente a oscillare fra il bisogno di accordi multilaterali e una sorta di "tentazione imperiale" unilateralista.

Setting out from America’s deep ambivalence about multilateralism and the rule of law across the past century, the article tries to foresee the future evolution of American global hegemony within the international order, recently unsettled by the struggle against terrorism and the confrontation with Iraq. Despite new isolationist and unilateralist trends within the Bush administration, there are still three fundamental reasons for the United States to support multilateralism: global economic interdependence, strategic long-term interest in creating a stable and rule-based international order, and, finally, American political identity, based on a republican, democratic tradition that considers the rule of law as the only source of legitimacy. In conclusion, the United States will probably continue for long time to waver between the need for multilateral agreements and a sort of unilateralist ‘imperial temptation’.

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