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L’insurrezione dei «produttori» tra Otto e Novecento: la posizione di De Viti de Marco

The Insurrection of

Categoria/Category
Anno XXXVIII, n. 169, maggio-giugno 2003
Editore/Publisher
Centro Einaudi

Abstract

Fin dal suo primo lavoro di scienza delle finanze, Il carattere teorico dell’economia finanziaria, Antonio De Viti de Marco distingueva due modelli statali, quello «assoluto», dove il potere era monopolio esclusivo di una sola classe, e quello «cooperativo», nel quale, grazie alla libera competizione dei gruppi sociali, ogni classe poteva giungere al potere ma, arrivatavi, restava sotto il sindacato continuo della collettività. Nella prima fattispecie la classe detentrice del potere era anche quella consumatrice e il consumo era garantito dalla spoliazione sistematica delle ricchezze ai danni del resto della popolazione, vale a dire la classe contribuente. Nella seconda, invece, tale meccanismo era reso impossibile dalla continua alternanza fra governati e governanti, da cui discendeva pure la coincidenza tra la disutilità del prelievo e l’utilità del servizio ricevuto. Ma anche nell’odierno Stato «cooperativo» si poneva la questione di una equa ripartizione delle prestazioni fiscali e della loro utilizzazione. La mancata soluzione di tale problema aveva provocato, secondo De Viti de Marco, la crisi politica di fine Ottocento. Questa aveva difatti rappresentato il momento dell’insurrezione dei «produttori-consumatori» nei confronti dello Stato monopolista.

Right from his first work on the science of finance, Il carattere teorico dell’economia finanziaria (The Theoretical Character of Financial Economics), Antonio De Viti de Marco distinguished between two state models: the “absolute” model whereby power was the exclusive monopoly of a single class, and the “cooperative” one in which, thanks to the free competition of social groups, each class could achieve power but, having achieved it, remained under the continuous control of the community. In the first case, the ruling class was also the consumer class and consumption was guaranteed by the systematic dispossession of the wealth of the rest of the population: that is to say the tax-paying class. In the second, instead, the same mechanism was made possible by the continuous alternation between ruled and rulers, hence the coincidence of the disutility of collection, on the one hand, and the utility of services received, on the other. But the question of the equitable sharing of fiscal yields and their use also arose in the “cooperative” state. According to De Viti de Marco, the failure to solve the problem provoked the political crisis of the late nineteenth century, when “producer-consumers” rebelled against the monopolist state.