Regolare tramite Authorities? Una critica serrata al pensiero dominante

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Anno XLV, n. 197, gennaio-aprile 2010
Editore/Publisher
Centro Einaudi

Abstract

A giudizio dell’autore, le Authorities – se dovessero mirare a una regolamentazione tempestiva dell’emergere e della distribuzione delle novità e delle loro opportunità e conseguenze – non dovrebbero essere indipendenti dalla politica ma svolgere una funzione regolatrice delegata e settoriale (e questo ormai non è più possibile data l’imprevedibile interconnessione che si crea tra le novità); soprattutto, le loro delibere non dovrebbero essere oggetto di ricorsi o impugnazioni da parte di nessuno. Il risultato non sarebbe comunque garantito quanto lo sconquasso del nostro ordinamento istituzionale il quale è comunque al collasso. Ma tutto ciò implica una riflessione di carattere filosofico-politico nella quale i giuristi, e soprattutto i costituzionalisti, data la loro cultura e formazione attuale, sarebbe bene intervenissero soltanto nella fase di stesura delle norme attuative.

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