La politica italiana in rete: strumenti social, logica broadcast

Categoria/Category
Anno XLVII, n. 204, maggio-agosto 2012
Editore/Publisher
Centro Einaudi
Luogo/City
Torino
Articolo completo/Full text
204online_2012_burichetti.pdf

Abstract

La comunicazione politica non è un fenomeno nuovo. Nasce nell’antica Grecia ai tempi di Socrate e Platone e diventa un’arte fondamentale grazie ai maestri sofisti. Nel periodo della Repubblica romana, quando le città erano governate dai magistrati attraverso l’investitura diretta dei cittadini, essa diventa un vero e proprio strumento di propaganda. Da allora ha subito trasformazioni innumerevoli, adeguando il suo linguaggio alle esigenze dei momenti storici che ha attraversato. In un certo senso, la comunicazione politica è maturata di pari passo allo sviluppo dei mezzi di comunicazione, subendo la più grande rivoluzione con l’avvento dei mass media e, in particolare, della televisione.
I mezzi di comunicazione di massa hanno reso lo spazio pubblico uno spazio mediatizzato, dove la relazione tra politici ed elettori è filtrata e condizionata dalla presenza stessa dei media, che hanno il potere di selezionare contenuti e leader politici con logiche nuove rispetto a quelle adottate in passato dai partiti. Il ruolo dell’attore è ormai divenuto centrale, rendendo quasi superflue le istituzioni politiche, tanto che l’immagine finisce per coincidere con il messaggio da veicolare. Ma che cosa accade con l’avvento dei nuovi media? Gli strumenti interattivi del Web 2.0 abilitano la partecipazione politica dal basso e chiamano i leader a un nuovo impegno nei confronti di cittadini ed elettori; tuttavia, non sempre la risposta della politica sembra adeguata.